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Welfare: con la legge 104 l’assistenza si allarga al domicilio

La Legge n.104 è la norma italiana che garantisce i diritti delle persone con diversi gradi di disabilità. La legge 104, del 5 febbraio 1992, è intitolata “ Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con handicap ”.

08 Luglio 2024

La Legge n.104 è la norma italiana che garantisce i diritti delle persone con diversi gradi di disabilità. La legge 104, del 5 febbraio 1992, è intitolata “ Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con handicap ”.

Si tratta, infatti, di un testo il cui scopo è quello di regolare, in maniera ampia, i diritti delle persone con disabilità e dei familiari che le assistono, stabilendo principi, tutele e agevolazioni usufruibili dai diretti interessati e dai loro parenti.

Affinché il malato e i suoi familiari possano usufruire di tutte le tutele previste da questa legge, è innanzitutto indispensabile che venga riconosciuta la condizione di disabile grave, definito come: “ soggetto che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, che abbia ridotto l’autonomia personale, in modo tale da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione ”.

Solo con questo riconoscimento, infatti, è possibile presentare domanda all’INPS per poter usufruire degli aiuti previsti dalla legge 104.

Possono beneficiare di queste tutele sia i familiari di una persona con disabilità, sia la stessa persona con disabilità. Quando si utilizza il termine familiare, spesso si genera grande confusione. Le possibilità sono le seguenti: il coniuge, il partner dell’unione civile o il convivente more uxorio; i parenti di primo grado ovvero genitori e figli, i parenti di secondo grado ovvero nonni, fratelli, sorelle, i nipoti (figli di figli in linea retta). Gli affini entro il secondo grado: affini di primo grado ovvero suocero, nuora e genero, affini di secondo grado ovvero cognati. Oltre a questi casi, i permessi della legge 104 possono essere estesi anche ai parenti e agli affini entro il terzo grado a condizione che il coniuge o i genitori siano deceduti o mancanti (separazione, divorzio o abbandono) oppure abbiano più di 65 anni o siano affetti da patologie invalidanti.

Le agevolazioni previste sono di natura fiscale, economica e lavorativa.

La legge stabilisce che chi ha un familiare con patologia invalidante o handicap grave, ha diritto a 3 giorni al mese di permessi retribuiti. Inoltre, è possibile frazionarli in ore purché non si superi il triplo delle ore lavorative giornaliere.

Una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che è possibile richiedere il permesso anche se il familiare è ricoverato in una struttura residenziale, a patto che sia una casa di riposo e non una RSA dove è garantita un’assistenza sanitaria continua.

I lavoratori dipendenti familiari di persona gravemente disabile hanno diritto ad un congedo retribuito (art. 42 c. 5-5 ter Dlgs. 151/2001) della durata, continuativa o frazionata, di 2 anni nell’arco dell’intera vita lavorativa del richiedente. Per i periodi di assenza, il trattamento economico è a carico dell’INPS e anticipato dal datore in busta paga.

I lavoratori maggiorenni con handicap in situazione di gravità hanno diritto di scegliere ove possibile (art. 33 c. 5-6 L. 104/92) la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio. La misura interessa anche i lavoratori familiari del disabile (non ricoverato a tempo pieno) che gli prestano assistenza.

Altre agevolazioni della legge 104 sono la possibilità di avere una detrazione fiscale sull’acquisto di veicoli e godere della detrazione delle spese sanitarie.

Avere, anche, detrazioni per le spese di abbattimento di barriere architettoniche e avere una detrazione IRPEF del 19% sull’acquisto di mezzi informatici e IVA al 4%. Essere, poi, esonerati da visite fiscali per patologie connesse alla disabilità.

Tra i servizi che possono spettare ad un beneficiario della Legge 104 vi è anche l’assistenza a domicilio. Tale servizio è offerto a soggetti che non sono autosufficienti e nello specifico a chi soffre di particolari patologie (croniche o terminali), agli anziani non più autosufficienti e a persone affette da una qualche forma di disabilità. Nel cuore della legge 104 sono previste due tipologie di assistenza a domicilio. ADP, Assistenza Domiciliare Programmata (livello di cura di base, per prestazioni mediche e riabilitative, per chi non è in grado di deambulare) e ADI, Assistenza Domiciliare Integrata con prestazioni professionali specifiche, per chi si trova in gravi condizioni di salute, secondo diversi gradi di assistenza.

Per richiedere l’assistenza domiciliare è sufficiente presentare domanda agli uffici competenti Asl sul territorio. La domanda può essere presentata dal paziente stesso, dal medico, dal caregiver dell’assistito oppure da un familiare.

Qualora il problema per cui è richiesta l’assistenza richieda un tempo breve, si garantiscono cure base. Se, invece, si tratta di periodi lunghi si valutano (caso per caso) l’ esigenza della persona e dalla famiglia. L’assistenza a domicilio è fornita dal Sistema sanitario nazionale ed è dedicata a tutte le persone nelle quali si riconoscono stati di fragilità. In generale l’assistenza a domicilio è gratuita. Infatti, le linee guida LEA stabiliscono che le prestazioni sono a carico del Sistema sanitario nazionale per i primi 30 giorni successivamente alla dimissione ospedaliera e del 50% per i giorni che seguono. L’altro 50% può spettare al paziente, ma solo in base ad alcuni parametri (ISEE, ad esempio). In altri casi tale restante 50% è corrisposto dal Comune. Infine, sulla base di richieste particolari da parte di servizi sociali specifici, si possono registrare eccezioni di caso in caso.

Fonte: Sole 24 Ore sanità articolo di Claudio Testuzza 15 maggio 2024

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