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Vuoi prevenire l’infarto? Abituati a salire le scale

Il cardiologo guida la prevenzione. "Dati allarmanti sono quelli correlati alla prevalenza dell'obesità, il 20% di questi pazienti sono obesi, e del fumo di sigaretta, infatti il 21% è fumatore - fa sapere Colivicchi.

07 Ottobre 2024

Al convegno dell'ANMCO sono stati presentati anche i primi dati dello studio BRING-UP Prevenzione, che ha finora incluso 4790 pazienti provenienti da 189 centri cardiologici distribuiti su tutto il territorio nazionale. Si tratta di pazienti con storia di pregresso infarto o malattia coronarica o malattia ostruttiva degli arti inferiori o patologia cerebrovascolare. Da un'analisi preliminare dei dati raccolti, l'età media di questa popolazione è 67 anni ed il 20% è di sesso femminile.

"Dati allarmanti sono quelli correlati alla prevalenza dell'obesità, il 20% di questi pazienti sono obesi, e del fumo di sigaretta, infatti il 21% è fumatore - fa sapere Colivicchi. In generale, una percentuale significativa di pazienti, pur avendo una precedente diagnosi di malattia cardiovascolare, non ha una ottimale gestione di fattori di rischio, come appunto l'obesità e il fumo di sigaretta. Possiamo quindi migliorare la gestione di questa popolazione di pazienti". Fondamentale in questo senso è la consapevolezza del rischio di nuovi eventi come infarto ed ictus ascrivibili a fumo, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia e obesità.

Anche perché spesso diverse patologie si incrociano nella stessa persona. Il 27% dei pazienti inclusi nello studio BRING-UP Prevenzione sono diabetici e nell'11% dei casi hanno una malattia renale cronica. "Sebbene sia noto che il colesterolo è il fattore causale delle malattie aterosclerotiche, le statine, trattamento di prima linea per questi pazienti, erano impiegate inizialmente solo nel 68% dei pazienti prima della visita cardiologica - conclude il cardiologo. Dopo il controllo cardiologico la percentuale è salita al 98%. Questa variazione è espressione del fatto che essere seguito da un cardiologo può migliorare significativamente il profilo di rischio e ridurre la probabilità di recidive ischemiche, come infarto o ictus".

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