C’è una regola universale che vale nelle tavole di tutto il mondo: le diete ricche di carboidrati a elevato indice glicemico aumentano del 20% il rischio di ictus e infarto in persone sane e del 50% in persone con problemi cardiovascolari. I cereali raffinati sono più dannosi dei grassi
La regola è universale, nel senso che vale in tutto il mondo: chi segue una dieta ricca di carboidrati di bassa qualità e quindi altamente glicemica aumenta il rischio di ictus, infarto e morte prematura.
Lo studio che lo suggerisce, il PURE study, è stato condotto su persone provenienti dai cinque continenti con abitudini alimentari molto diverse. Si tratta quindi di una indagine globale, tra le più ampie mai condotta finora sull’associazione tra cibo e salute cardiovascolare. I risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.
I ricercatori hanno analizzato i dati di 138mila persone tra i 35 e i 70 anni di età seguiti per circa 10 anni. Attraverso una serie di questionari, gli scienziati hanno raccolto informazioni sulle abitudini alimentari dei partecipanti calcolando l’indice glicemico (l’impatto del cibo sui livelli di zucchero nel sangue) e il carico glicemico (la quantità di carboidrati in un alimento moltiplicata per il suo indice glicemico).
I ricercatori hanno diviso i carboidrati in “buoni” e “cattivi” a seconda dell’indice glicemico, ossia della capacità di aumentare lo zucchero nel sangue. E hanno osservato che le persone che seguivano una dieta ricca di alimenti a elevato indice glicemico (carboidrati “cattivi) avevano il 50 per cento in più di probabilità di andare incontro a un infarto, a un ictus o di morire prematuramente nel caso in cui avessero una malattia cardiovascolare preesistente o il 20 per cento in più di andare incontro a un evento cardiovascolare nel caso in cui non avessero problemi di cuore. I rischi aumentavano per le persone obese.
Durante il periodo di follow-up ci sono stati 8.780 morti e 8.250 eventi cardiovascolari.
«Ho studiato l'impatto delle diete ad alto indice glicemico per molti decenni e questo studio dimostra che il consumo di elevate quantità di carboidrati di scarsa qualità è un problema in tutto il mondo. Lo studio ha indicato che non tutti gli alimenti a base di carboidrati sono uguali. Le diete ricche di carboidrati di scarsa qualità sono associate a una ridotta longevità, mentre le diete ricche di carboidrati di alta qualità come frutta, verdura e legumi hanno effetti benefici», ha dichiarato David Jenkins, professore di scienze nutrizionali e medicina presso l'Università della Temerty Faculty of Medicine di Toronto, a capo dello studio.
Dallo studio emerge quindi che non tutti i carboidrati sono uguali. I loro effetti sulla salute del cuore dipendono per l’appunto dall’indice glicemico. Le farine raffinate, il pane, la pasta, il riso, le patate hanno un elevato indice glicemico, mentre la frutta, la verdura i fagioli e i cereali integrali hanno un basso indice glicemico.
Torna così in auge con questo studio la tesi avanzata più volte in tempi recenti secondo la quale gli zuccheri sono più dannosi dei grassi per la salute cardiovascolare.
«Questo studio chiarisce anche che tra una popolazione eterogenea, una dieta a basso indice glicemico e a basso carico ha un minor rischio di malattie cardiovascolari e morte. I dati attuali, insieme alle precedenti pubblicazioni dello studio PURE e di molti altri studi, sottolineano che il consumo di carboidrati di scarsa qualità rischia di essere più dannoso del consumo della maggior parte dei grassi nella dieta. Questi risultati richiedono un ripensamento su quali tipi di dieta considerare dannosi e quali neutri o benefici», ha detto in conclusione Salim Yusuf, professore di medicina alla Mc Master University e autore senior dello studio.
Fonte: HealthDesk articolo di redazione 9 marzo 2021