Parte in Lazio il progetto QuALife: un partnership pubblico-privato per costruire case intelligenti
Si chiama QuALife, ed è un alleanza tra Regione Lazio e partner scientifici e industriali con un obiettivo ambizioso: costruire case intelligenti, in grado di assistere persone anziane e disabili, che oggi combattono con mille difficoltà domestiche e rischi d’infortuni.
Il progetto nato ufficialmente ieri, si inserisce in quel settore (definito domotica) che prevede l’impiego di tecnologie utili al controllo dell’ambiente domestico attraverso sistemi integrati di componenti sensoriali, tecnologie della comunicazione e ausili meccatronici.
Tra i partner dell’iniziativa la Fondazione Santa Lucia di Roma, da sempre impegnata sul fronte della riabilitazione neuromotoria e del reinserimento di pazienti non autosufficienti nella vita quotidiana: toccherà a essa assicurare le competenze neuro-scientifiche necessarie al Cluster per lo sviluppo di tecnologie adatte alle diverse esigenze di persone con deficit di movimento, amputati o vittime di altri gravi traumi che hanno compromesso le normali capacità d’interazione con l’ambiente.
Coordinato dall’Università La Sapienza, il Cluster QuALife vede anche il coinvolgimento dell’Università degli Studi Foro Italico e di due giovani start-up industriali, Nexse srl e Over Spa, nate da programmi di ricerca universitari.
L'avvio ufficiale del Cluster attinge all’esperienza già accumulata dai partner in precedenti progetti. Sperimentazioni sono avvenute in passato anche presso la Fondazione Santa Lucia, che da dieci anni dispone sul proprio campus della “Casa Agevole”, un esempio reale e non virtuale di struttura abitativa pensata per persone disabili e anziani. Realizzata nel 2004, nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dalla Regione Lazio, “Casa Agevole” è da allora uno strumento importante per la rieducazione dei pazienti in vista del loro reinserimento nella vita quotidiana e un laboratorio di idee che offre spazi e soluzioni per la sperimentazione di nuove tecnologie domotiche. Qui sono state testate numerose soluzioni tecnologie nell’ambito del settimo programma quadro europeo.
Tra queste anche applicazioni per la comunicazione aumentata e alternativa mediante interfacce cervello-computer (Brain-Computer Interfaces - BCI), che permettono alla persona con gravi deficit di linguaggio e motori, d’inviare comandi operativi all’ambiente circostante mediante ausili.
Fonte: HD HealthDelk Redazione 23 gennaio 2015