È l’ultima proprietà del cibo degli dei. Ma non vale per tutto il cioccolato: per essere efficace bisogna scegliere quello fondente con un contenuto di cacao non inferiore al 60 per cento
Sono le tre del pomeriggio, da ore le gambe sono sotto la scrivania e gli occhi sono attaccati allo schermo del computer e adesso tutto pare più sfocato: numeri, tabelle, persino le e-mail del collega. L’attenzione è ormai in caduta libera e servirebbe qualcosa per ravvivarla. Ecco che parte l’avvicinamento alla macchinetta del caffè, nella speranza di ritrovare una sferzata di energia per portare a termine la giornata lavorativa.
Ci sarebbe, però, un potenziale sostituto per quel bicchierino colmo della scura e profumata bevanda. Per tenere alta la concentrazione si potrebbe sgranocchiare qualche quadrato di una golosa tavoletta di cioccolato. E a sostenerlo non è una trovata pubblicitaria, ma uno studio scientifico pubblicato sulla rivista NeuroRegulation. In realtà la ricerca è stata sì in parte finanziata da Hershey Company, la più grande azienda statunitense produttrice di cioccolato sconosciuta però al mercato italiano, ma è stata condotta da ricercatori della Northern Arizona University, guidati dallo psicologo Larry Stevens.
A rivelare la capacità del “cibo degli dei” (questo significaTheobroma cacao, il nome dato da Linneo alla pianta del cacao) di stimolare l’attenzione sono state delle indagini elettroencefalografiche, capaci di misurare l’attività cerebrale in circa 120 individui tra i 18 e i 22 anni dopo che avevano consumato, in una quantità pari a un grammo per chilo di peso corporeo, diversi tipi di cioccolato.
Le tavolette di questo alimento, non sono infatti tutte uguali. Differiscono principalmente per la percentuale di cacao che contengono e per la presenza, in varie proporzioni, di zucchero e latte. A tenere desta l’attenzione non sarebbe, però, il cioccolato dolciastro che piace un po’ a tutti, ma quello per i palati più ricercati, che amano il gusto amarognolo e caratteristico del “dark chocolate”, quello fondente con un contenuto di cacao non inferiore al 60 per cento. Proprio questo cioccolato, e non altri, era associato a una maggiore attività cerebrale e a un più alto livello di allerta e di attenzione nei partecipanti allo studio che svolgevano prove cognitive dopo averlo degustato.
«Il cioccolato è davvero uno stimolante e attiva il cervello in un modo speciale», dichiara Stevens, «può aumentare le caratteristiche cerebrali di allerta e anche influenzare i livelli di pressione arteriosa». Un altro effetto correlato al cioccolato fondente, rilevato dallo studio, è stato infatti quello di incrementare, seppur per breve tempo, la pressione sanguigna.
In genere al cioccolato vengono attribuite proprietà vasodilatatorie che, nel lungo periodo, hanno l’effetto di ridurre la pressione, ma nello studio di Stevens ciò che sembra prevalere, almeno nell’immediato, è il suo effetto stimolante. Ma dovuto a cosa? “Nell’immaginario collettivo questo alimento è considerato un peccato di gola e non qualcosa si salutare, ma in realtà è ricco di sostanze preziose e benefiche per la salute”, precisa lo psicologo.
Primi fra tutti i flavonoidi, composti dal forte potere antiossidante capaci di proteggere le cellule da eventuali danni. Il cioccolato contiene poi un piccola quantità di caffeina e buone dosi di magnesio che aiuta a combattere lo stress e stimola il rilascio di endorfine e serotonina, neurotrasmettitori che mantengono alto il tono dell’umore. E per finire, nel “cibo degli dei” è presente anche la feniletilamina, composto che esalta la capacità di attenzione e altre funzioni cerebrali.
Uno studio recente ha poi scoperto che la fermentazione del cioccolato da parte della flora intestinale porta al rilascio di sostanze antinfiammatorie che migliorerebbero la funzionalità vascolare e da qui gli effetti benefici del cioccolato per cuore e arterie.
Basta dunque sensi di colpa quando si addenta una bruna tavoletta, purché sia fondente e di buona qualità; può far bene e può aiutare studenti e lavoratori a mantenere viva e alta l’attenzione. Come sempre, però, non si deve esagerare. Oltre alle sostanze benefiche, il cioccolato porta con sé zuccheri e calorie di cui è meglio non abusare per evitare di vanificare tutti i suoi benefici.
E per quel piccolo rialzo della pressione arteriosa registrato dai ricercatori in seguito alla sua ingestione? Lo studio ha mostrato, in uno dei test effettuati, che addizionando il cioccolato con la L-teanina, un aminoacido contenuto nel tè verde e noto per le sue proprietà rilassanti, l’attenzione resta alta e la pressione se ne sta tranquilla. E chissà se Hershey Company trarrà lo spunto da queste informazioni per una nuova ricetta. Sempre, però per il mercato statunitense, qui in Italia il cioccolato che piace pare essere altro.
Fonte:HD HealthDeskCristina GaviraghiMartedì 19 Maggio 2015