Inserire le calorie dei piatti nel menù aiuta a tagliare il 12% delle calorie a pasto
Per combattere obesità e sovrappeso le abbiamo provate tutte e vale la pena provare anche questa. Dichiarare il contenuto calorico dei piatti nei locali di ristorazione aiuta i consumatori a fare scelte più salutari. Lo dimostra una review Cochrane
Il menù è esposto in bella mostra fuori del locale. C’è chi passando guarda il prezzo dei piatti proposti e chi le calorie. I primi non attirano l’interesse degli esperti di salute, i secondi sì. Perché da tempo ci si chiede se segnalare il contenuto calorico di un alimento abbia qualche effetto sui clienti di bar, caffetterie e ristoranti. Ebbene, secondo una recente review pubblicata su Cochrane Library, le informazioni sulle calorie inserite nei menù o posizionate accanto ai piatti esposti aiutano effettivamente a ridurre il consumo di quei prodotti che ne hanno di più.
I ricercatori hanno analizzato gli studi che valutavano l’impatto di queste informazioni includendo nell’indagine solamente le etichette con indicazioni numeriche delle calorie. Sono state cioè escluse le etichette che ricorrevano solamente a un logo, come una stella, oppure ai colori del semaforo, verde, giallo e rosso, per indicare i cibi più o meno salutari.
Così alla fine di questa scrematura sono rimasti 28 studi, 11 dei quali valutavano l’impatto delle etichette nutrizionali sull’acquisto dei prodotti alimentari da asporto e 17 sul consumo dei cibi nei locali. Da tutto ciò è emerso che le informazioni sulle calorie possono ridurre dell’8 per cento il contenuto energetico del cibo acquistato e del 12 per cento di quello consumato in un bar o in un ristorante. Significa evitare circa 50 calorie a pasto.
«Questi risultati - dice Theresa Marteau, a capo della Behaviour and Health Research Unit dell’Università di Cambridge (Regno Unito) - dimostrano che utilizzare etichette nutrizionali potrebbe aiutare a ridurre l’assunzione di calorie e avere un utile ruolo all’interno di una strategia più ampia che ha come obiettivo quello di intervenire sull’obesità».
I ricercatori, invece, non sono stati in grado di valutare l’impatto delle etichette alimentari con le informazioni sulle calorie sugli acquisti dei prodotti negli alimentari.
Chi è impegnato nella lotta all’obesità guarda alle etichette trasparenti come a un’utile risorsa capace di incidere sui comportamenti tanto quanto altri interventi di prevenzione. In molti credono che valga la pena fare anche questo tentativo per contrastare un fenomeno che nei Paesi occidentali sta mettendo a dura prova i servizi di assistenza sanitaria. Mangiare cibi calorici vuol dire ingrassare e vuol dire aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete e di molte forme di cancro. Vuol dire in sostanza vivere meno.
«L’etichettatura con le indicazioni energetiche si è dimostrata efficace - dice Ian Caterson, presidente della World Obesity Federation: la gente vede le etichette e le legge e, grazie a loro, c’è una effettiva riduzione nel consumo di calorie. È molto utile da sapere, perché combinato con una serie di altre strategie, questo intervento potrebbe rallentare e anche invertire il continuo aumento del sovrappeso».
Fonte: HealthDesk, redazione 1 marzo 2018