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RELAZIONI PERICOLOSE Attenzione al girovita: se aumenta il grasso si riduce la materia grigia

21 Gennaio 2019

Il cervello può rimpiccolirsi di 12 centimetri cubici

C'è un’associazione tra grasso addominale e atrofia della materia grigia. Ma restano dei punti da chiarire: è il sovrappeso a causare le anomalie cerebrali o viceversa? E poi: dimagrendo il volume del cervello aumenta?

Si allarga il girovita, si restringe il cervello. Secondo uno studio recentemente pubblicato su Neurology esiste un’associazione tra i chili di troppo accumulati intorno all’addome (obesità centrale) e la riduzione del volume della materia grigia cerebrale. È un legame pericoloso quello messo in luce dai ricercatori della Loughborough University nel Regno Unito visto che l’atrofia della materia grigia sembrerebbe aumentare il rischio di sviluppare forme di demenza.

Gli scienziati hanno analizzato l’indice di massa corporea (body mass index, Bmi) e il rapporto tra vita e fianchi (waist-to-hip ratio, Whr) di 9.652 abitanti del Regno Unito dall’età media di 55 anni. I due parametri non danno scampo: chi ha un indice di massa corporea superiore a 30 viene considerato obeso e chi ha un rapporto tra vita e fianchi superiore a 0,90, se si tratta di un uomo, e 0,85, se è donna, ha un girovita pericolosamente fuori misura. In base a questi criteri i ricercatori hanno giudicato obeso un partecipante su cinque.

Il volume del cervello è stato poi misurato con la risonanza magnetica. Cosa si è scoperto? Le persone che superavano i valori normali di entrambi gli indici, Bmi e Whr, avevano un ridotto volume di materia grigia. I ricercatori hanno osservato che il rapporto tra chili di troppo e dimensioni del cervello è inversamente proporzionale: aumenta il grasso, soprattutto intorno alla vita, diminuisce il volume della materia grigia. Lo dimostrano i numeri che riportiamo di seguito.

Nelle 1.291 persone che avevano un indice di massa corporea superiore a 30 e un elevato rapporto tra vita e fianchi il volume della materia grigia era in media di 786 centimetri cubici, il più basso registrato nello studio. Nelle 514 persone con un Bmi superiore a 30 ma con un girovita nella norma la sostanza grigia misurava in media 793 centimetri cubici. Infine, nei 3mila individui con valori normali di Bmi e Whr le dimensioni della materia grigia salivano a 798 centimetri cubici. Insomma, la “ciccia” fa perdere 12 centimetri cubici di materia grigia.

«La combinazione di un aumento del Bmi e del Whr può essere considerata un importante fattore di rischio per l’atrofia della materia grigia», scrivono gli scienziati nelle conclusioni.

Le immagini della risonanza magnetica hanno dimostrato che il grasso in eccesso produce un restringimento della materia grigia in specifiche regioni del cervello: il globo pallido, il nucleus accumbens, il putamen e il nucleo caudato. Il fatto che tutte queste aree siano coinvolte nei processi di motivazione e ricompensa non può essere sottovalutato.

Potrebbe darsi infatti che proprio queste anomalie del cervello siano all’origine dell’obesità.

Il legame tra obesità e cervello non è del tutto nuovo. Era già emerso in precedenti studi ma non era mai stato dimostrato in un campione così ampio. Inoltre, non era ancora stato attribuito un ruolo chiave a uno specifico tipo di grasso, quello che si accumula intorno alla vita.

Restano però ancora un paio di aspetti non marginali da chiarire: qual è il meccanismo che lega il grasso addominale al volume della materia grigia? E poi, soprattutto, perdendo peso le dimensioni del cervello possono aumentare?

Da queste domande prenderanno il via le future ricerche sull’associazione tra obesità e cervello.

Fonte: HealthDesk redazione 14 gennaio 2019

A.L.I.Ce. Italia ODV

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