Solo la salute cardiovascolare è in netto miglioramento. Specie nelle donne
In dieci anni il numero di infarti e ictus è rimasto stabile e il rischio cardiovascolare globale degli italiani si è ridotto del 6% negli uomini e del 15% nelle donne, grazie anche al controllo della pressione arteriosa e al progressivo abbandono del fumo. Purtroppo, però, aumentano colesterolo, peso, girovita e obesità. Perciò i cardiologi si dicono preoccupati perché i buoni risultati ottenuti potrebbero essere presto vanificati
Sono alcune cifre e tendenze che emergono dal confronto fra i dati raccolti dieci anni fa (tra il 1998 e il 2002) e un'analoga indagine dell'Osservatorio epidemiologico cardiovascolare Iss-Anmco Health Examination Survey, condotta tra il 2008 e il 2012 su 9.107 italiani di età compresa tra i 35 e i 79 anni e presentata al Congresso nazionale di cardiologia in corso a Firenze. L’indagine è parte della European Health Examination Survey, indagine pilota per la realizzazione di un sistema di sorveglianza europeo.
«I dati evidenziano che i valori medi della pressione arteriosa sono finalmente in leggero, ma costante calo – spiega Simona Giampaoli, codirettore per l’Istituto superiore di sanità dell’Osservatorio - così come è diminuito significativamente il numero dei fumatori e delle fumatrici. Ciò dimostra che l’abolizione del fumo nei locali pubblici e la modificazione della quantità di sale nel pane e in altri prodotti confezionati, ha portato sicuramente benefici».
Lo studio, però, rivela anche diverse ombre. Negli ultimi dieci anni, infatti, gli italiani sono diventati più grassi, con il girovita aumentato, i valori del colesterolo che superano i limiti e la percentuale di obesi ormai sopra il 25% negli uomini e nelle donne. Ad allarmare gli esperti sono soprattutto le pessime abitudini degli italiani che, “allergici” a uno stile di vita sano, rischiano di compromettere in futuro la salute del loro cuore.
Per la prima volta, l’indagine ha misurato anche le abitudini alimentari e valutato la prevalenza della combinazione di più stili di vita sani: astensione dal fumo, attività fisica e abitudini alimentari corrette; con il risultato, sottolinea Francesco Bovenzi, presidente Anmco, che «pochissimi sono gli italiani “virtuosi” che seguono almeno sette delle dieci regole d’oro per uno stile di vita salvacuore. Solo un italiano su dieci, appena il 7% degli uomini e il 13% delle donne, non fuma, fa attività fisica regolarmente e segue almeno cinque comportamenti alimentari corretti degli otto considerati protettivi per il cuore».
Così, spiega, solo un italiano su tre consuma una quantità di verdura e pesce adeguata e solo il 15% mangia dolci secondo le raccomandazioni. Va meglio il consumo di frutta con circa la metà degli italiani che mangia le 2-3 porzioni quotidiane consigliate e quello adeguato di formaggi limitato a tre porzioni settimanali. Le donne, comunque, sono risultate più virtuose degli uomini nel seguire le “regole salvacuore”, perfino durante la menopausa: negli ultimi dieci anni, per esempio, si è ridotto il tasso di sedentarietà così come la prevalenza di ipertensione, mentre sono migliorati il controllo della pressione arteriosa e del diabete. Così il rischio cardiovascolare resta relativamente contenuto, anche se preoccupano alcuni indicatori come il colesterolo, molto aumentato (dal 36 al 51%) o la prevalenza di obesità, rimasta sostanzialmente stabile, ma che riguarda quasi una donna su tre. Ad alto rischio gli anziani con oltre 75 anni: l'80% ha la pressione alta; il 36% degli uomini e addirittura il 55% delle donne ha il colesterolo alto; il 27% degli uomini e il 19% delle donne soffre di diabete; il 25% degli uomini e addirittura il 37% delle donne è obeso. Inoltre, i dati mostrano che la popolazione anziana ha tuttora un cuore fragile e non adotta uno stile di vita adeguato: complice la crisi, pochissimi mangiano verdura a sufficienza o portano in tavola il pesce, mentre la maggioranza cede ai dolci senza però neppure compensare con un'attività fisica adeguata.
Preoccupa, infine, la salute dei migranti: nonostante la prevalenza di ipertensione, ipercolesterolemia e diabete sia più bassa rispetto alla popolazione italiana, la maggioranza degli stranieri non è consapevole dei propri problemi di salute e non è adeguatamente trattata.
«In conclusione – dice Angelo Del Favero, direttore generale dell’Iss - i programmi di sensibilizzazione e informazione sulla salute cardiovascolare hanno iniziato ad avere i primi effetti tangibili sulla salute degli italiani. Molto è stato fatto, ma se un italiano su quattro è francamente obeso e i “pilastri” che difendono contro le malattie cardiovascolari, ovvero una alimentazione sana, l'esercizio fisico e l'abolizione del fumo, sono parte della vita di appena un italiano su dieci, molto c’è ancora da fare nell’ambito della prevenzione».
Il decalogo del cuore sano
Fonte: HD HealthDesk giovedì 29 maggio 2014