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MANGIARE MALE UCCIDE PIÙ DEL FUMO

16 Aprile 2019

Nel 2017 gli errori della tavola hanno causato 11 milioni di morti. Due milioni sono state causate dallo scarso consumo di frutta

 

La principale causa di morte nel mondo? Il cibo, o meglio la cattiva alimentazione. Il fumo, per intenderci, fa meno vittime.

 

Nel 2017 per colpa di diete malsane sono morte nel mondo 11 milioni di persone, mentre il tabacco, secondo i dati dell’Oms, è responsabile di circa 7 milioni di morti all’anno. 

A ucciderci è quel che mettiamo nel piatto, ma soprattutto quel che non mettiamo. Sì, perché un consumo eccessivo di sale, zucchero e grassi fa male e lo sappiamo, ma a rovinarci la salute sono ancora di più i cibi che escludiamo dal menu: cereali integrali, frutta, verdura, noci, semi, acidi grassi omega3. 

È la prima volta che le colpe della tavola vengono mostrate in tutta la loro gravità, con una dettagliata conta dei danni divisa per abitudine alimentare. E le privazioni, come abbiamo detto, risultano più pericolose degli eccessi. 

La vasta e complessa indagine è stata condotta da 130  scienziati di 40 diverse nazionalità  ed è stata pubblicata su Lancet.  Lo scopo dello studio era di valutare l’impatto di un’alimentazione scorretta sullo sviluppo di malattie non trasmissibili, sulla mortalità e morbilità. 

Gli scienziati hanno minuziosamente raccolto informazioni sul consumo di 15 cibi e nutrienti nella popolazione adulta di età superiore ai 25 anni in 195 Paesi del mondo. Utilizzando specifici procedimenti statistici, i ricercatori sono riusciti a quantificare le responsabilità di diversi cibi. 

Oltre al numero di morti, il calcolo dei danni viene fatto in base al disability-adjusted life-years (DALYs), l’attesa di vita corretta per disabilità, un indicatore che in sostanza calcola il numero di anni persi a causa della malattia. 

Ebbene, ecco di cosa è capace un menù sbilanciato. 

Nel 2017 gli errori della tavola hanno causato 11 milioni di morti e la perdita di 255 milioni di anni in buona salute. L’ eccessivo consumo di sodio è stato responsabile di 3 milioni di morti e della perdita di 70 milioni di anni in buona salute, un basso consumo di cereali integrali ha determinato la morte di 3 milioni di persone e 82 milioni di DALYs. La carenza di frutta ha provocato 2 milioni di morti. 

Di cosa si muore? Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte associata alla cattiva alimentazione (10 milioni di morti), seguite dai tumori (circa un milione di morti) e dal diabete di tipo 2 (340mila morti). Più di 5 milioni di decessi riguardano adulti con età inferiore ai 70 anni.

Dall’indagine è emerso che le regole della corretta alimentazione vengono regolarmente trasgredite in ogni parte del mondo. Il consumo di bibite zuccherate, in media 49 grammi al giorno, è lontano anni luce dalle dosi raccomandate (massimo 3 grammi al giorno). Lo stesso vale per il consumo di carne rossa: 95 grammi al giorno contro i 23 raccomandati. Il sale viene usato in quantità superiori dell’86 per cento a quelle raccomandate. 

Per quel che riguarda la distribuzione globale delle cattive abitudini alimentari, l’Egitto è il Paese in cui si registra il maggior tasso di decessi correlati all’alimentazione (552 morti per 100mila abitanti) e di anni in buona salute persi (11.837 per 100mila), il Giappone è invece quello con i tassi più bassi (97 morti per 100mila e 2.300 DALYs per 100mila). 

Con 107 morti ogni 100 mila e 2.121 DALYs ogni 100mila, l’Italia si situa tra i Paesi con le migliori abitudini alimentari.

«I nostri risultati dimostrano che una dieta scadente è responsabile globalmente di un numero di morti superiore a qualunque altro fattore di rischio, incluso il fumo, evidenziando l’urgenza di migliorare l’alimentazione della popolazione dei diversi Paesi», scrivono i ricercatori. 

Ma, avvertono gli scienziati, bisogna aggiustare il tiro degli interventi. Invece di continuare a puntare il dito contro i soliti alimenti dalla oramai consolidata cattiva fama, sale, zucchero e grassi, sarebbe più utile sostenere l’importanza dei cibi dimenticati, cereali integrali, frutta, verdura, noci ecc.

«Vogliamo evidenziare il problema del basso consumo di cibi sani rispetto all’eccessivo consumo di cibi malsani.  Le politiche alimentari incentrate sulla promozione di un'alimentazione sana possono avere un effetto più benefico rispetto alle politiche basate sul contrasto ai cibi malsani», ha dichiarato Ashkan Afshin, a capo dello studio. 

Fonte: HealthDesk redazione 11 aprile 2019

A.L.I.Ce. Italia ODV

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