Malattie croniche: Italia partner di azione comune Ue
Si chiama JA-CHRODIS l'azione comune dell'Ue per la lotta alle malattie croniche di cui l'Italia è partner. Obiettivo dell'iniziativa è facilitare lo scambio di buone pratiche per la promozione di uno stile di vita sano al fine di prevenire l'insorgere di patologie quali malattie cardiovascolari, ictus e diabete.
Contesto
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa l’86% dei decessi è provocato da patologie croniche, quali malattie cardiovascolari, tumori, diabete, etc. La regione europea dell’OMS, in particolare, presenta il più alto carico di patologie croniche non trasmissibili al mondo.
Molte di queste condizioni sono dovute a fattori di rischio comuni e modificabili, come l'uso di tabacco, l'alimentazione ricca di grassi, l'inattività fisica e l'abuso di alcol. Queste cause, spiega il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, possono generare quelli che vengono definiti “fattori di rischio intermedi”, come l’ipertensione, la glicemia elevata, l’ipercolesterolemia (ovvero l'eccesso di colesterolo nel sangue) e l’obesità. Ci sono poi fattori di rischio che non si possono modificare, come l’età o la predisposizione genetica. Complessivamente, fattori di rischio modificabili e non modificabili sono responsabili della maggior parte dei decessi per malattie croniche in tutto il mondo e in entrambi i sessi.
JA-CHRODIS
In questo quadro, l'Unione europea intende promuovere strategie e politiche che contribuiscano alla modifica di contesti ambientali e determinanti sociali, economici e culturali dannosi e che, al contempo, favoriscano la responsabilizzazione dei cittadini.
L'azione comune è uno strumento di finanziamento compreso nell'ambito del programma “Salute per la crescita 2014–2020”, il terzo programma pluriennale d'azione dell'Unione europea sul tema. Le azioni comuni sono progettate e finanziate dai governi degli Stati membri e dall'Ue al fine di affrontare priorità specifiche e prevedono in media 25 partner, a seconda della portata dell'iniziativa.
Con 63 partner provenienti da 26 stati membri, JA-CHRODIS (Joint Action on Chronic Diseases) è la più grande azione comune cofinanziata nell'ambito del programma di sanità pubblica dell'Unione europea fino ad oggi. L'iniziativa intende sfruttare il patrimonio di conoscenze che esiste all'interno degli Stati membri in materia di prevenzione e cura di malattie cardiovascolari, ictus e diabete di tipo 2 al fine di individuare buone pratiche e facilitare la loro diffusione oltre i confini locali, regionali e nazionali.
Tra i risultati concreti dell'iniziativa, una "Piattaforma di scambio delle conoscenze" che comprenderà un help desk online destinato ai decisori politici e uno sportello per l'aggiornamento sulle best practice e le conoscenze in materia di malattie croniche.
L’Italia partecipa alla JA con il Ministero della Salute, l’Istituto superiore di Sanità, l’AIFA e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Colesterolo
Tra quelli che il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute definisce “fattori di rischio intermedi” delle malattie croniche, vi è, come detto, l'ipercolesterolemia, l'eccesso di colesterolo nel sangue.
Presente in tutte le cellule dell'organismo, il colesterolo serve per la sintesi di alcuni ormoni, gioca un ruolo fondamentale nella produzione della vitamina D ed è un costituente delle membrane cellulari e di vari tessuti. Prodotto dal fegato, può anche essere introdotto con la dieta, tramite cibi ricchi di grassi animali, come carne, burro, salumi e formaggi. Esistono due tipi di colesterolo: il "colesterolo buono" (trasportato dalle lipoproteine a bassa densità) e il "colesterolo cattivo" (lipoproteine ad alta densità). Se presente in quantità eccessiva, quest'ultimo tende a depositarsi sulla parete delle arterie, provocandone ispessimento e indurimento progressivi.
Secondo un rapporto del 2011 del Cardiovascular Resource Group, 133,3 milioni di persone nei principali cinque paesi dell'Unione europea - Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna - soffrono di livelli eccessivi di colesterolo cattivo nel sangue (negli Stati Uniti sono 135,1 milioni). I dati del rapporto indicano che i numeri sono cresciuti costantemente nel corso degli ultimi anni. L'Europa è prima al mondo per presenza di colesterolo alto nella popolazione, con un'incidenza del 54% sia tra gli uomini che tra le donne.
Uno stile di vita corretto e un’alimentazione sana contribuiscono a tenere sotto controllo il livello di colesterolo cattivo nel sangue; tuttavia, non sempre un livello eccessivo di colesterolo è dovuto ad abitudini alimentari e di vita scorrette. Talvolta, infatti l'ipercolesterolemia può dipendere da una condizione genetica. In questi casi, si parla di ipercolesterolemia familiare.
Ipercolesterolemia familiare
L'ipercolesterolemia familiare è una patologia in cui i livelli elevati di colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo) sono dovuti non ad abitudini alimentari e di vita scorrette, ma a una condizione genetica. Nella sua forma più frequente, quella eterozigote, si stima colpisca nel mondo tra i 14 e i 34 milioni di persone, mentre in Italia potrebbero esserne affette tra le 120mila e le 300mila persone. Inoltre, i soggetti con ipercolesterolemia familiare eterozigote hanno il 50% di possibilità di trasmettere la malattia ai propri figli.
Sebbene nella forma eterozigote abbia una prevalenza media stimata di un soggetto su 350 nel mondo, l'ipercolesterolemia familiare risulta ad oggi ampiamente sotto-diagnosticata. In Italia, nello specifico, la Società Europea di Aterosclerosi (EAS) stima un tasso di diagnosi inferiore all’1%, a differenza della Norvegia e dell’Olanda, dove la diagnosi raggiunge rispettivamente il 43% e il 71%.
Link
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JA-CHRODIS
Fonte: Chiara Teofili EA News EurActiv.it 08 Giugno 2015 Salute e Consumatori
Per ulteriori informazioni:
http://www.euractiv.it/it/news/salute-consumatori/11260-malattie-croniche-italia-partner-di-azione-comune-ue.html