Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di mortalità in Europa. In Italia, provocano il 35% dei decessi maschili e il 43% di quelli femminili, con un impatto imponente sulla salute pubblica e sulle risorse sanitarie e economiche.
Sommario
Secondo i dati dell'Istat, in Italia la spesa per gli interventi cardiochirurgici è stimabile in circa 650 milioni di euro all'anno e rappresenta, da sola, l'1% della spesa sanitaria complessiva. I farmaci del sistema cardiovascolare, per un importo di oltre 5 miliardi di euro, sono infatti i più utilizzati in assoluto, con una copertura di spesa da parte del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) di quasi il 93%.
Nel trattamento delle malattie cardiovascolari, il Piano Sanitario Nazionale (PSN), il principale strumento di pianificazione e programmazione pluriennale del Servizio sanitario nazionale, persegue i seguenti obiettivi:
Il 30 maggio 2013, un gruppo di deputati italiani ha presentato alla Camera il Ddl n. 1101 recante Disposizioni in materia di malattie cardiovascolari per la prevenzione e la cura della fibrillazione atriale e dell’ictus cardioembolico, al fine di incentivare lo sviluppo di dispositivi, sia diagnostici che terapeutici, per la gestione delle malattie cardiovascolari. Il Ddl promuove la diffusione di "sistemi forniti di controllo a distanza" che "garantiscono una diagnosi certa, rapida e precoce e consentono di evitare accertamenti inutili, inappropriati e spesso costosi, oltre che l'immediatezza della cura".
A livello comunitario, la Società europea di Cardiologia e la European Heart Network calcolano, per la cura delle patologie cardiovascolari, un costo per l'economia dell'Ue di oltre196 miliardi di euro all'anno, con una spesa sanitaria che varia dal 4% del Lussemburgo al 17% di Estonia, Lettonia e Polonia.
Per ridurre il numero di morti per malattie cardiache, i paesi dell'Ue hanno trovato un accordo, nel novembre 2013, sul 3° Programma Pluriennale Salute per la Crescita 2014-2020, attraverso cui l'Unione intende "individuare, diffondere e promuovere l'adozione di buone pratiche convalidate per misure di prevenzione efficaci sotto il profilo dei costi", affrontando i principali fattori di rischio alla base delle malattie cardiovascolari, combattendo il tabagismo, l'abuso di alcol e l'obesità e promuovendo stili di vita sani e buone pratiche convalidate.
Questioni
Colesterolo
Tra i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, gli esperti individuano: l'ipertensione arteriosa, l'ipercolesterolemia, il diabete, l'obesità, il fumo, la dieta, la sedentarietà e la familiarità.
Prodotto dal fegato e presente in tutte le cellule dell'organismo, il colesterolo serve per la sintesi di alcuni ormoni, ha un ruolo fondamentale nella produzione di vitamina D ed è un costituente delle membrane cellulari e di vari tessuti. Se presente in eccesso all'interno dell'organismo, tuttavia, il colesterolo può essere dannoso per l’organismo.
Oltre alla quantità prodotta dal corpo, il colesterolo può essere introdotto dall'esterno attraverso specifici cibi ricchi di grassi animali, quali carne, burro, salumi, formaggi, etc. I cibi di origine vegetale, come frutta, verdura e cereali, al contrario, non contengono colesterolo.
L’ipercolesterolemia - cioè l'eccesso di colesterolo nel sangue - può essere dovuta a una serie di fattori, quali alimentazione squilibrata, fumo, sedentarietà, sovrappeso, diabete e - in casi rari - alterazione genetica. Una concentrazione troppo alta di colesterolo rappresenta un importante fattore di rischio per l'insorgere di malattie cardiovascolari.
E' stato dimostrato che l'abbassamento del cosiddetto 'colesterolo cattivo' e dei trigliceridi - entrambi trasportati nel sangue dalle lipoproteine a bassa densità (Low Density Lipoproteins, LDL) - riduce la probabilità di un attacco di cuore e di morte nelle persone che hanno un elevato rischio di sviluppare malattie cardiache o che già le hanno. Molte classi di farmaci sono attualmente disponibili per il trattamento di diversi disturbi lipidici, ognuna delle quali con specifici meccanismo di azione, profilo di sicurezza e impatto sul profilo lipidico del sangue.
In Italia, secondo i dati raccolti tra il 1998 e il 2002 dall'Istituto Superiore di Sanità, su un campione di popolazione adulta di età compresa fra 35 e 74 anni, il 21% degli uomini e il 23% delle donne è ipercolesterolemico, mentre il 37% degli uomini e il 34% delle donne è in una condizione definita border line.
Secondo un rapporto del 2011 del Cardiovascular Resource Group, 133,3 milioni di persone nei cinque maggiori paesi dell'Unione europea - Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito - soffrono di livelli eccessivi di colesterolo cattivo. Le statistiche nel rapporto mostrano che i numeri sono cresciuti costantemente.
A livello nazionale, il 20 ottobre 2010 è stata presentata alla Camera dei Deputati l'interrogazione a risposta immediata n. 3-01286 recante Misure per favorire l'accessibilità dei cittadini al sistema sanitario nazionale valorizzando il ruolo delle farmacie, per consentire l'erogazione di "prestazioni analitiche di prima istanza quali, ad esempio, il controllo della glicemia, del colesterolo, dei trigliceridi".
A livello comunitario, in risposta a questa situazione, nel maggio del 2007 l'Ue ha pubblicato una Strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità.
Da allora, tuttavia, sono poche le iniziative avviate per combattere l'ipercolesterolemia.
Nel 2010, l'Ue ha finanziato con 13.8 milioni di euro il programma Due mele al giorno tolgono il medico di torno, finalizzato a ridurre i livelli di colesterolo del 10%.
Nel dicembre 2006, il Consiglio e il Parlamento Ue hanno inoltre adottato un regolamento sulla nutrizione e l'etichettatura degli alimenti per armonizzare le regole sulle indicazioni nutrizionali e salutistiche. L'obiettivo era quello di garantire che tali indicazioni riportate sui prodotti alimentari fossero chiare, accurate e riscontrabili, eliminando in tal modo dal mercato unico dell'Ue i prodotti ingannevoli.
Malattia cardiovascolare: un killer silenzioso
Nonostante i significativi progressi nella diagnosi e nel trattamento, le malattie cardiache rimangono tra le principali cause di mortalità e morbilità nel mondo. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità (2008) oltre 17 milioni di morti all'anno sono attribuite alle malattie cardiovascolari e, visto il progressivo invecchiamento della popolazione, si prevede che i numeri possano raddoppiare nei prossimi 25 anni.
Queste malattie rientrano nella categoria dei cosiddetti 'killer silenziosi', poiché sono asintomatiche e chi ne soffre è, di conseguenza, ignaro della proprio condizione fino a quando non si verifica un evento cardiovascolare grave.
Nonostante l'arsenale di farmaci cardiovascolari presenti sul mercato, molti di questi non sono ben tollerati dai pazienti, il che porta ad elevati tassi di interruzione della terapia e, conseguentemente, al non raggiungimento degli obiettivi del trattamento stesso.
Strumenti di prevenzione
Gli esperti concordano sul fatto che l'80% circa delle malattie cardiovascolari e cerebrovascolari possa essere prevenuto intervenendo su stile di vita e fattori di rischio.
Per valutare la probabilità di sviluppare un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi nelle persone sane, sono stati realizzati due strumenti: la carta del rischio e il punteggio individuale, entrambi adottati dall’Agenzia Italiana del Farmaco per stabilire la rimborsabilità delle statine (farmaci che inibiscono la sintesi del colesterolo endogeno) in prevenzione primaria.
La carta del rischio cardiovascolare serve a stimare la probabilità di andare incontro a un infarto del miocardio o un ictus nei 10 anni successivi conoscendo il valore di sei fattori di rischio: sesso, diabete, abitudine al fumo, età, pressione arteriosa sistolica e colesterolemia. Il punteggio individuale valuta lo stesso rischio sulla base di otto fattori: sesso, età, diabete, abitudine al fumo, pressione arteriosa sistolica, colesterolemia totale, HDL-colesterolemia e trattamento anti-ipertensivo.
In materia di disturbi cardiovascolari, il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto Superiore di Sanità conduce da molti anni studi epidemiologici osservazionali volti a:
Nell'ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale, il Cnesps ha messo a punto il sito EpiCentro, uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, prodotto per migliorare l'accesso all'informazione epidemiologica, nell'ambito del servizio sanitario, tramite l'uso della rete internet.
Dieta sana
Un’alimentazione sana può ridurre il colesterolo nel sangue fra il 5% e il 10%; una riduzione del 10% della colesterolemia diminuisce la probabilità di morire di una malattia cardiovascolare del 20%. La principale causa dell’ipercolesterolemia è un’alimentazione troppo ricca di grassi saturi, che aumentano il livello di LDL-colesterolo e diminuiscono il livello di HDL-colesterolo. I grassi polinsaturi (come l’olio di semi) e monoinsaturi (come l’olio d’oliva), in quantità limitata, hanno un effetto positivo perché tendono a abbassare il livello di LDL-colesterolo.
Il 23 maggio 2012 un gruppo di senatori ha presentato in Senato il DDL. n. 3310 recante Disposizioni per la valorizzazione e la promozione della dieta mediterranea.
A livello comunitario, l'Ue promuove il programma Frutta nella scuole, volto a promuovere l'assunzione di frutta e verdura fresca e trasformata e di altri prodotti, come succhi e spremute, tra i bambini. Con l'iniziativa, Bruxelles vuole contribuire alla lotta all'obesità infantile, migliorare le abitudini alimentari dei più piccoli e sostenere le famiglie nel momento di crisi economica.
Posizioni
"Gli stati membri dell'Ue - ha affermato Tonio Borg, commissario europeo per la Salute, parlando delle malattie cardiovascolari - investono solo il 3% della spesa sanitaria nella prevenzione. Dobbiamo migliorare questo dato. Questa rimane la responsabilità degli stati membri, ma la Commissione ha un ruolo da svolgere per incoraggiare gli paesi dell'Ue a utilizzare più risorse nella prevenzione e anche nel coordinamento delle strategie dei diversi stati in materia di malattie cardiovascolari".
Nel giugno 2013, Roberto Bertollini, direttore del Programma Speciale per la salute e l'ambiente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha affermato che le tasse sui cibi potrebbero aiutare nella lotta all'obesità come "parte di un approccio olistico".
"Il costo per la società dell'epidemia di obesità è un peso per tutti noi e ciò deve essere tenuto in considerazione quando si parla di imporre tasse e cambiare i comportamenti. Ritengo che siano tre le componenti alimentari da combattere in maniera aggressiva: i grassi trans, lo zucchero e il sale, in modo tale da promuovere - non imporre - dei cambiamenti nelle abitudini alimentari. "
Cittadinanzattiva ha recentemente pubblicato l'indagine 'Mi sta a cuore', che mostra il lavoro di alcune regioni e Asl italiane per migliorare le reti di prevenzione, cura e presa in carico di pazienti con patologie cardiovascolari e cerebrovascolari. "Sui programmi di prevenzione rivolti alla popolazione - racconta l'associazione a EurActiv Italia - un quadro differente si evidenzia tra le regioni intervistate del nord - Lombardia, Veneto, Emilia Romagna -, rispetto a quelle del sud - Lazio e Basilicata -. Le prime, infatti, da tempo svolgono programmi per promuovere stili di vita corretti - con campagne contro il tabagismo e l'eccessivo consumo di sale - o per aumentare il movimento - gruppi di cammino, pedibus, progetto passi etc. -, talvolta rivolti non solo agli adulti, ma anche a bambini e giovani. Si rilevano attività di prevenzione anche sull'ambiente di lavoro (come in Lombardia). Nel sud, invece, sono in particolar modo le realtà locali (le Asl) che autonomamente sviluppano programmi di prevenzione.
Cronologia
· Novembre 2013: accordo sul budget europeo 2014-2020 in tema salute
· 3-4 aprile: Summit europeo sulle malattie cardiovascolari
· Aprile 2014: Congresso europeo sull'obesità
· 22-24 maggio 2014: Assemblea mondiale sulla salute a Ginevra
· 22-25 maggio 2014: Elezioni del Parlamento europeo
· 30 agosto - 3 settembre 2014: Congresso della Società europea di cardiologia a Barcellona
· 29 settembre 2014: World Heart Day
· 1-3 ottobre 2014: Gastein Health Forum in Austria
· 29 ottobre 2014: Giornata mondiale dell'ictus
· 4-6 novembre 2014: Conferenza del Parlamento europeo sulle malattie cardiovascolari
Links
Società
europea di Cardiologia
European Heart Network
Cardiovascular
Resource Group
Centro nazionale di epidemiologia,
sorveglianza e promozione della salute
Cittadinanzattiva
Commissione europea - DG Salute e
Consumatori
XVII LEGISLATURA
CAMERA DEI DEPUTATI |
Ddl. N. 1101 |
PROPOSTA DI LEGGE d'iniziativa dei deputati BINETTI, GIGLI, VARGIU, MONCHIERO
Disposizioni in materia di malattie cardiovascolari per la prevenzione e la cura della fibrillazione atriale e dell’ictus cardioembolico
Onorevoli Colleghi!
Le
malattie cardiovascolari costituiscono la più importante causa di morte nel
mondo e la loro elevata e crescente prevalenza incide sulla salute pubblica e
sulle risorse sanitarie ed economiche.
Tali
patologie sono state individuate come priorità sanitaria dall'Organizzazione
mondiale della sanità (OMS) e non si è mancato, negli ultimi anni, di attivare
programmi di monitoraggio e di fornire indicazioni atte a promuovere programmi
di prevenzione. L'invecchiamento della popolazione, un incongruo stile di vita
e l'aumentata sopravvivenza dopo eventi cardiaci acuti ne giustificano
l'aumento di prevalenza negli ultimi anni e l'ulteriore incremento previsto nei
prossimi decenni. Le maggiori malattie croniche non comunicabili (NCD), come le
malattie cardiovascolari, sono responsabili del 70 per cento di disabilità e
dell'85 per cento delle morti nel mondo.
Oltre che un
problema umano di sofferenza e di morte, esse costituiscono un carico pesante
di ordine economico, sempre meno sostenibile anche nei Paesi a più elevata
copertura sanitaria. Il costo diretto (costi sanitari) e indiretto (perdita di
giornate di lavoro) delle malattie cardiovascolari nell'Unione europea nel 2009
è stato superiore ai 200 miliardi di euro. Coloro che sopravvivono a una forma
acuta di cardiopatia divengono malati cronici con qualità della vita decisamente
ridotta e con alto consumo di risorse assistenziali, nonché farmaceutiche,
a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN). I recenti dati dell'Istituto
nazionale di statistica (ISTAT) riportano che un italiano su quattro è affetto
da malattie cardiache. Sono stati ampiamente studiati i fattori di rischio
multiplo delle malattie cardiovascolari ed è stato riconosciuto che quelli a
oggi modificabili (per prevenzione o per intervento medico) rappresentano oltre
il 90 per cento del rischio globale. L'approccio terapeutico e diagnostico è,
comunque, in costante evoluzione e grazie ai progressi raggiunti in campo
scientifico e tecnologico, sono immesse nel mercato nuove apparecchiature
dotate di una maggiore capacità di risoluzione e sono introdotti nuovi esami
diagnostici che consentono cure più appropriate, vengono prodotti nuovi e
sempre più efficaci farmaci e nuove terapie non farmacologiche. La
fibrillazione atriale (FA), in particolare, è l'anomalia del ritmo cardiaco più
diffusa tra le persone adulte: interessa l'1-1,5 per cento della popolazione
degli Stati Uniti d'America (USA) e dell'Europa occidentale. La patologia
provoca l'accelerazione o il rallentamento eccessivo della frequenza cardiaca,
di solito associati all'irregolarità del battito, e colpisce più di 9 milioni
di persone solo fra Unione europea e USA.
Il rischio
di FA aumenta con l'età, con un range di prevalenza tra lo 0,9
per cento ed il 2,5 per cento degli adulti in tutto il mondo: 0,5 per cento
nella fascia di età tra 50 e 59 anni, 1,8 per cento nella fascia di età tra 60
e 69 anni, 4,8 per cento nella fascia di età tra 70 e 79 anni e 8,8 per cento
nella fascia di età tra 80 e 89 anni. Una persona su quattro con più di 45 anni
di età ne soffre. In Italia ne sono affette 850.000 persone.
Dati
epidemiologici evidenziano che essa è responsabile dell'85 per cento
degli ictus dovuti ad aritmie cardiache e di oltre il 50 per
cento delle forme cardioemboliche. L’ictus cerebri è la terza causa
più comune di morte e la principale causa di incapacità funzionale nei Paesi
occidentali, colpendo per il 50 per cento soggetti di età inferiore a 65 anni e
per il 12 per cento soggetti al di sotto di 45 anni e comporta per il paziente
perdita di funzionalità, nonché un peggioramento della qualità della
vita.
Chi soffre
di FA ha un rischio di stroke sette volte maggiore, con esiti
particolarmente gravi: nel 20 per cento dei pazienti l'ictus si
rivela fatale, nel 60 per cento è causa di disabilità; ogni anno, nel mondo,
circa 3 milioni di persone vengono colpite da ictus come
conseguenza di FA e il 50 per cento muore entro il primo anno. L'ictus da
FA, inoltre, accresce i costi di ricovero ospedaliero di circa il 30 per cento
rispetto a quelli di un ictus non provocato da un'aritmia cardiaca.
Nel nostro Paese sono 40.000 le persone che soffrono della combinazione delle
due patologie: secondo recenti stime, il numero complessivo dei casi di FA
raddoppierà entro il 2050, una crescita del tasso d'incidenza che provocherà un
incremento della probabilità di essere colpiti da un ictus, con
conseguenti ripercussioni sia sulle condizioni di salute dell'intera
collettività, sia sulla spesa sanitaria. A questa malattia è associato,
inoltre, un aumento della demenza, dello scompenso cardiaco (di circa tre
volte) e della mortalità (di circa due volte).
Ad aggravare
ulteriormente la complessità di questo scenario è anche la natura asintomatica
della FA che contribuisce a ritardare una diagnosi tempestiva e finalizzata ad
avviare un adeguato trattamento clinico. Le terapie per la FA, gravano sui
bilanci dei Paesi europei per circa 6,2 miliardi di euro ogni anno, mentre in
USA per 6,65 miliardi di dollari, ovvero circa 3.200 dollari a paziente.
Di questa
spesa complessiva, il 52 per cento riguarda i ricoveri in ospedale, il 23 per
cento i farmaci, il 9 per cento le visite mediche, l'8 per cento ulteriori
esami, il 6 per cento la perdita di reddito da lavoro e il 2 per cento le
procedure paramediche. Ciò che, quindi, impatta maggiormente in termini di
costi, non è la terapia farmacologica ma le re ospedalizzazioni.
Nell’Health
Technology Assessment Report 2011 AIAC (Associazione italiana di
aritmologia e cardiostimolazione) è stato stimato il costo annuale della
FA in Italia per il periodo 2007-2051. Assumendo come costo medio per paziente
3.225 euro all'anno, in base ai dati di costo risultanti dalla Euro
Heart Survey, si ha una previsione di costo per il SSN italiano per il 2011
di 3.845.020.511 euro e una stima negli anni futuri, in base all'andamento
dell'epidemiologia, che arriverà a 7.096 miliardi di euro nel 2051. In
considerazione di tali dati, a seguito della crescente prevalenza della FA, il
SSN sarebbe dunque di fronte a un incremento dei costi per il trattamento
tradizionale di tale aritmia di circa 700 milioni di euro nel primo decennio,
con un trend mediamente crescente, il cui incremento ammonta a
circa 70-80 milioni di euro all'anno.
Con la
presente proposta di legge, si incentiva lo sviluppo di dispositivi, sia diagnostici
che terapeutici, tra cui i sistemi di monitoraggio tramite elettrocardiogramma
(ECG – loop recorder esterno, loop recorder impiantabile, event
recorder) –, questi sistemi sono forniti di controllo a distanza e
garantiscono una diagnosi certa, rapida e precoce e consentono di evitare
accertamenti inutili, inappropriati e spesso costosi, oltre che l'immediatezza
della cura. Tali sistemi di telemedicina, tuttavia, non sono contemplati tra
gli accertamenti presenti nel nomenclatore e non sono valorizzati. In genere
sono effettuati volontariamente da alcuni reparti di cardiologia più sensibili
all'argomento, ma non risultano come attività clinica.
L'associazione
culturale «Giuseppe Dossetti: i valori-sviluppo e tutela dei diritti» ha avuto
un ruolo indispensabile nel suscitare e sviluppare le tematiche che hanno
portato alla redazione della presente proposta di legge per la realizzazione
del diritto alla salute per tutti i cittadini, così come sancito dall'articolo
32 della Costituzione.
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
(Definizione di fibrillazione atriale e ictus cardioembolico).
1. È definita fibrillazione atriale l'alterazione del ritmo cardiaco caratterizzata da una completa irregolarità dell'attivazione elettrica degli atri, influisce sulle normali contrazioni atriali, che sono sostituite da movimenti caotici, completamente inefficaci ai fini della propulsione del sangue e fonte di ritmo cardiaco anomalo.
2. È definita ictus cardioembolico la particolare tipologia di ictus ischemico causato da patologie cardiache o da emboli con causa cardiaca.
Art. 2.
(Finalità).
1. La presente legge persegue le seguenti finalità:
a) incentivare la prevenzione e la diagnosi delle patologie di cui all'articolo 1;
b) favorire la realizzazione di percorsi terapeutici e di pratiche sanitarie ottimali nella gestione del paziente;
c) prevedere facilitazioni per l'accesso ai farmaci che curano le patologie di cui all'articolo 1 e agli strumenti utili alla loro prevenzione;
d) rendere organici e fruibili tutti i dati scientifici, medici e statistici sulla fibrillazione atriale;
e) sensibilizzare gli operatori sanitari in materia di prevenzione e di informazione delle patologie di cui all'articolo 1;
f) sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di uno stile di vita salubre
al fine di prevenire e di contrastare le malattie cardiovascolari.
2. La presente legge ha, altresì, quale finalità primaria quella di promuovere un'adeguata conoscenza della fibrillazione atriale nel medio periodo e di favorire la diminuzione dei casi individuali nel lungo periodo.
Art. 3.
(Prevenzione e diagnosi).
1. In attuazione delle finalità di cui alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 2, la fibrillazione atriale è riconosciuta come patologia altamente rischiosa e gravemente invalidante.
2. Il Ministro della salute predispone, nell'ambito del nuovo Piano sanitario nazionale, alla voce «Patologie rilevanti – malattie cardiovascolari e cerebrovascolari», una sezione dedicata alla fibrillazione atriale e all’ictus cardioembolico, in cui sono esposti i progetti di prevenzione, cura e sensibilizzazione nel medio periodo.
3. Le autorità regionali competenti inseriscono nei rispettivi piani sanitari regionali i temi della fibrillazione atriale e dell’ictus cardioembolico al fine di rendere disponibili nel territorio nazionale, in modo equo e uniforme, le nuove opportunità terapeutiche previste per un corretto trattamento di tali patologie.
4. Le autorità sanitarie competenti prevedono a fornire a tutti i cittadini di età superiore a sessantacinque anni un manuale di prevenzione cardiaca in cui sono spiegati in particolare i fattori di rischio e le pratiche quotidiane ottimali per diminuire il rischio di ictus cardioembolico.
5. Le autorità sanitarie competenti, inoltre, provvedono a fornire a tutti i cittadini di età superiore a sessantacinque anni un calendario di controllo cardiaco che, se esibito regolarmente compilato, garantisce la gratuità di tutti i servizi di assistenza e di controllo medici presso le strutture ospedaliere pubbliche e private, allo scopo di sensibilizzare tali soggetti e di ridurre l'ospedalizzazione d'emergenza.
6. Sono previsti sgravi fiscali sull'acquisto di strumenti di autodiagnosi e di controllo sulle patologie di cui all'articolo 1.
7. Sono attuate tutte le procedure utili a sviluppare i sistemi di monitoraggio tramite elettrocardiogramma (ECG) (burden) efficaci per l'identificazione del numero dei giorni con fibrillazione atriale e degli episodi asintomatici spesso responsabili di ictus criptogenetico.
Art. 4.
(Gestione del paziente).
1. In attuazione delle finalità di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 2, è favorita la realizzazione di percorsi terapeutici e pratiche sanitarie ottimali nella gestione del paziente.
2. Le autorità sanitarie competenti assicurano percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali mirati e di carattere multidisciplinare. Le stesse autorità pianificano e coordinano l'attività condivisa tra presìdi ospedalieri e centri per la gestione e la cura della fibrillazione atriale che indirizzano il paziente verso le scelte terapeutiche più idonee.
3. È incentivato un modello di gestione di percorso terapeutico coordinato in modo da garantire che, dopo un iniziale screening periferico, attuato a livello territoriale o presso centri aritmologici di 1o e di 2o livello, i pazienti affetti da fibrillazione atriale potenzialmente candidati a terapie non farmacologiche, quale l'ablazione transcatetere, possano accedere a centri in grado di eseguire tali terapie.
4. È facilitato l'accesso alle strutture di emergenza e di assistenza e alle unità dedicate alla cura dell’ictus presso la quale sono disponibili le terapie più avanzate.
5. Al fine di ridurre i costi di ospedalizzazione e previa adeguata diagnosi sono previsti percorsi di trattamento dei pazienti in day-hospital o al di fuori del percorso ospedaliero, presso ambulatori specializzati, che assicurano accesso alle cure sanitarie necessarie.
6. Le autorità sanitarie competenti adottano misure urgenti per garantire la completa esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria per i cittadini pazienti affetti da patologie croniche invalidanti, quale la fibrillazione atriale, anche per quanto riguarda le terapie all'avanguardia, e altre terapie non comprese tra quelle previste dall'eventuale esenzione per patologia già riconosciuta a ciascun paziente.
Art. 5.
(Farmaci).
1. In attuazione delle finalità di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 2, è incentivata la ricerca sui farmaci utili al trattamento della fibrillazione atriale.
2. Il
Ministro della salute, sentito il Ministro dell'economia e delle finanze,
predispone un piano per favorire la concessione di agevolazioni fiscali sulla
produzione e sulla commercializzazione dei farmaci antiaritmici, fluidificanti
anticoagulanti, digitalici e inibitori del fattore attivato (Xa).
3. Il Ministro della salute, inoltre,
predispone un piano logistico per garantire la completa e agevole diffusione
nel territorio nazionale dei farmaci di cui al comma 2.
4.
Le autorità competenti procedono alla semplificazione, secondo modalità
stabilite dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), le procedure di
autorizzazione all'immissione in commercio dei medicinali che hanno già
ottenuto tale autorizzazione dall'Agenzia europea per i medicinali (EMA).
5. I farmaci commercializzati in Italia che
sono stati riconosciuti quali farmaci innovativi dall'EMA, sono forniti
gratuitamente ai soggetti affetti dalle patologie a cui la registrazione fa
riferimento e possono essere inseriti nel prontuario nazionale dei farmaci nelle fasce esenti dalla compartecipazione
alla spesa.
6. Le regioni assicurano nei rispettivi prontuari terapeutici territoriali la disponibilità e la gratuità di farmaci, di dispositivi medici e di altre sostanze attive utili per la cura e per la prevenzione della fibrillazione atriale e dell’ictus cardioembolico.
7. I nuovi farmaci anticoagulanti orali che hanno attenuto dell'EMA l'autorizzazione all'immissione in commercio sono prescritti come terapia primaria per la cura dei pazienti effetti da fibrillazione atriale e sono posti totalmente a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN), tenuto conto del loro profilo di alte efficacia e sicurezza, del ridotto rischio emorragico rispetto ai farmaci già in uso, e della possibilità di assunzione a dosaggio fisso per il loro effetto terapeutico.
Art. 6.
(Rapporto annuale sulla fibrillazione atriale).
1. In
attuazione delle finalità di cui alla lettera d) del comma 1
dell'articolo 2, l'Istituto superiore di sanità, in accordo e in collaborazione
con i centri di ricerca, medici e sanitari, con le associazioni e le fondazioni
specializzate sullo studio e nell'analisi della fibrillazione atriale, con le
università e gli istituti, nonché con le aziende produttrici di farmaci per il
trattamento della fibrillazione atriale, provvede alla redazione di un rapporto
annuale sulla fibrillazione atriale, che tiene conto di ogni dato utile
disponibile nonché dello stato di attuazione dei risultati conseguiti dai
progetti inseriti nella sezione dedicata del Piano sanitario nazionale ai sensi
dell'articolo 3, comma 2.
2. Il rapporto di cui al comma 1 prevede,
altresì, procedure di adeguamento alle linee guida cliniche riconosciute per il
trattamento della fibrillazione atriale e dell’ictus cardioembolico
redatte dalle più importanti società scientifiche nazionali e internazionali.
Art. 7.
(Campagna nazionale di sensibilizzazione e di informazione sulla fibrillazione atriale).
1. In attuazione delle finalità di cui alle lettere e) e f) del comma 1 dell'articolo 2, è prevista una campagna nazionale di sensibilizzazione e di informazione sulla fibrillazione atriale, realizzata e coordinata dal Ministero della Salute, in collaborazione con organismi, pubblici e privati, individuati dallo stesso Ministero e prevedendo il coinvolgimento attivo dei medici di medicina generale nonché degli altri operatori sanitari e parasanitari secondo modalità del medesimo Ministero.
FONTE: Chiara Teofili Linksdossier 09 Dicembre 2014
Per ulteriori informazioni:
http://www.euractiv.it/it/linksdossier/10361-colesterolo-alto-la-malattia-cronica-trascurata.html