Nello studio di registrazione dove abbiamo appuntamento, Luca Carboni si presenta con gli occhiali da sole appoggiati sulla fronte e un sorriso buono, che viene dal cuore. Circondato da chitarre classiche, pianole ed equalizzatori di vario genere, il cantante sceglie le parole con cura e si sfiora le mani come in un gesto di preghiera: ha appena finito di registrare la nuova traccia che lo lega per il secondo anno consecutivo a Il battito del cuore, la campagna di Bayer di sensibilizzazione alla prevenzione delle malattie cardiovascolari lanciata lo scorso autunno in occasione della Giornata Internazionale del Cuore.
«L’anno scorso è partita l’idea, mi piaceva, ma non capivo bene dove potesse arrivare. Poi mi sono reso conto di aver vissuto un’esperienza straordinaria, soprattutto perché abbiamo lavorato insieme agli amici del centro A.L.I.C.e Italia onlus di Genova e abbiamo cantato una canzone insieme a persone che avevano avuto infarti, ictus, e sofferto di varie problematiche».
Per questo secondo anno si alza l’asticella e ad accompagnare Luca nell’esecuzione del brano scelto per la campagna, che sarà svelato a metà ottobre, sono stati arruolati cardiologi di tutta Italia con un’attitudine particolare verso la musica. «Abbiamo lanciato sui social una campagna per ricevere i video dei medici che avevano questa passione e sono arrivate tantissime proposte da parte di grandissimi musicisti», spiega Carboni entusiasta della band con cui ha lavorato. «Sono molto soddisfatto perché abbiamo realizzato un’opera unica, di grande impatto e di grande potenza», insiste il cantante convinto dell’universalità della musica come linguaggio, mezzo privilegiato per informare chiunque dei rischi che si corrono qualora non si stia attenti alla propria salute. «Il messaggio non arriva come un monito dall’alto, ma come il consiglio di un amico: è un invito molto dolce a essere coscienti di tutta una serie di cose che riguardano la salute ascoltando noi stessi e affidandoci a chi può aiutarci a capirne qualcosa di più». La poca informazione sulla diffusione delle malattie cardiovascolari desta, infatti, preoccupazione: in Italia circa 6 milioni di persone sono a rischio e non tutti sono consapevoli di esserlo. Nel 2014 si sono verificati, secondo l’ISTAT, oltre 220.000 decessi per cause come infarto e ictus: un dato allarmante che tocca personalmente anche Luca Carboni, che ha perso famigliari e amici fraterni come Lucio Dalla a causa di queste patologie: «Sono stato colpito da questa patologia nel profondo: mia madre, mio zio, ma anche molti amici come Lucio stesso che ho perso in questi anni. Alla nostra età credo che sia molto importante prendere atto di questa situazione e cercare di essere più coscienti di quello che possiamo fare per noi stessi e per gli altri».
Lo stesso Carboni, d’altronde, cantava nel’91 di un corpo che reagisce, «una metafora dell’energia che bisogna mettere in campo per vivere una vita piena, sopratutto perché affrontiamo ogni giorno situazioni non facili che ci mettono alla prova: la forza di reagire dobbiamo trovarla dentro di noi senza lasciarci abbattere dalle difficoltà ed è questa l’unica cosa che conta». L’impegno di Bayer, in questo senso, è quello di tenere alta l’allerta e l’informazione, di fidarsi del proprio medico e di non lasciarsi spaventare: in questo, la musica è il cuscino sul quale abbandonarsi, un ritmo non solo da registrare su un monitor, ma anche da vivere appieno per sentirsi liberi, in piena sintonia con la propria salute. La speranza di Carboni è che l’iniziava, che nel 2018 ha ricevuto una menzione speciale nella categoria Patient Support Program del premio Le Eccellenze dell’Informazione Scientifica e la Centralità del Paziente, cresca e si ripeta ancora, soprattutto per i «tantissimi riscontri che ho avuto nella tournée e nei messaggi sui social da parte di persone che sono rimaste molto colpite da questa operazione. Con la speranza di renderle più attente e più informate».