Invecchiamento della popolazione, migrazioni, innovazione tecnologica e digitale, nuove terapie biologiche e genetiche: tutte parti di un puzzle, quello della sanità, di cui si può intuire un quadro d’insieme, ma che ancora non consente di comprendere con assoluta chiarezza cosa ci aspetta in futuro.
Invecchiamento della popolazione, migrazioni, innovazione tecnologica e digitale, nuove terapie biologiche e genetiche: tutte parti di un puzzle, quello della sanità, di cui si può intuire un quadro d’insieme, ma che ancora non consente di comprendere con assoluta chiarezza cosa ci aspetta in futuro. All’interno di questa complessità, il nostro sistema sanitario deve affrontare una necessaria ristrutturazione, tracciata dai recenti piani PNRR e DM77/22, che puntano a un adeguamento ai crescenti bisogni assistenziali di una popolazione sempre più anziana, tra cui le condizioni croniche sono e saranno sempre più diffuse. Una sfida che coinvolge anche e soprattutto la neurologia, dove è impellente la necessità di migliorare la gestione di malattie croniche degenerative a elevata complessità: secondo le ultime stime, in Italia l’incidenza delle malattie neurologiche supera gli 8 milioni, con una prevalenza di quasi 40 milioni e con oltre 1.400 nuovi pazienti presi in carico per neurologo ogni anno. Numeri che mettono in luce la necessità di analizzare e declinare la complessità della filiera dei servizi neurologici, per tracciare il quadro della loro necessaria evoluzione. Se ne parlerà in occasione dell’evento Neurology Management Lab (NeuroMLab), il laboratorio di management sanitario realizzato da SDA Bocconi e Biogen con il supporto della Società Italiana di Neurologia (SIN).
Al centro dell’appuntamento, che chiuderà il secondo biennio di lavori del NeuroMLab, sarà proprio l’evoluzione della filiera dei servizi neurologici. Una disciplina, la neurologia, che deve quindi interrogarsi e (ri)definire il proprio ruolo, in un sistema sanitario in cambiamento, in cui il paradigma ospedale-centrico – divenuto nel tempo sempre meno capace di dare risposte efficaci e tempestive a una accresciuta richiesta di presa in carico di persone portatrici di malattie complesse – sta lasciando il posto a una Sanità diffusa sul territorio, che impone, tuttavia, uno sforzo rilevante, non solo per la medicina territoriale, ma anche per la neurologia in senso più ampio.
I filoni di ricerca intrapresi nel corso del biennio di lavoro del NeuroMLab hanno evidenziato la rilevanza di un lavoro di analisi e di riflessione condivise tra tutti gli attori coinvolti nella filiera dei servizi neurologici, per compiere insieme un primo passo fondamentale: la declinazione della complessità. Il lavoro intrapreso ha infatti evidenziato il valore di favorire un dialogo aperto, che affronti le complessità sociali e organizzative che caratterizzano il sistema sanitario, adeguandosi al cambiamento in atto e al tempo stesso individuando percorsi gestionali validi e in grado di rispondere alle sfide presenti e future della neurologia.
Un compito non facile, che non può prescindere da un’importante premessa: la definizione stessa di “complessità”, termine che è divenuto frequente nella retorica medica e clinica, sebbene le lenti che generalmente si usano per leggerla e interpretarla non siano sempre omogenee. È complesso l’essere umano, così come sono complessi i vari sottosistemi che lo compongono e l’insieme dei fattori che partecipano della sua realtà. Sono complessi gli ecosistemi e gli ambienti nei quali ci muoviamo e dunque le organizzazioni sanitarie stesse.
La realtà multisistemica in cui agiamo richiede quindi un approccio e una visione orientati alla multidisciplinarietà, secondo una logica che nega una relazione diretta tra causa, malattia e bisogno e rifiuta che la stessa malattia possa essere oggetto di un’unica lettura. La complessità del rapporto tra malato e malattia è oggi mediata dalla complessità dei percorsi gestionali e dei fattori sociali, così come dalla realizzazione di architetture organizzative in grado di collegare i nodi della rete che compongono il sistema della salute.
Questo è quindi il punto di partenza di un percorso di lavoro necessario, che mira a cercare nuove strade tra le diverse possibili, declinando la complessità della filiera dei servizi neurologici all’interno di nuovi modelli, dove la neurologia possa sperimentare un’evoluzione del proprio ruolo e significato all’interno del sistema salute, in un’ottica di coordinamento e integrazione tra i professionisti del territorio (sanitari e sociali) e gli specialisti ospedalieri, per operare strategie in grado di rispondere ai bisogni di salute e garantire efficacia, appropriatezza, sicurezza e sostenibilità del sistema.