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La metodica del Doppler transcranico

01 Settembre 2015

Il Doppler transcranico è una metodica che consente di utilizzare gli ultrasuoni per valutare la vascolarizzazione dell'encefalo, fornendo dati che non sono ottenibili con nessun'altra strumentazione (quali direzione e velocità dei flussi vascolari). Inoltre, recentemente è stato  ipotizzato anche un utilizzo del Doppler transcranico in ambito terapeutico.

[Per effetto Doppler, il principio fisico che sta alla base di questa metodica, si intende un fenomeno che consiste nel cambiamento, rispetto al valore originario, della frequenza o della lunghezza d'onda percepita da un osservatore raggiunto da un'onda sonora emessa da una sorgente che si trovi in movimento rispetto all'osservatore stesso. Oggi è molto facile constatare l'effetto Doppler: basta ascoltare la differenza nel suono emesso dalla sirena di un mezzo di soccorso quando si avvicina e quando si allontana, oppure quella nel fischio di un treno in avvicinamento prima e in allontanamento poi. Nel nostro caso il corpo in movimento è rappresentato dal sangue mentre grazie ad una sonda apposita saremo in grado sia di emettere che di registrare le onde sonore di ritorno].

La metodica nasce all'inizio degli anni ottanta, con delle apparecchiature inizialmente monodimensionali doppler [ovvero in grado di fornire informazioni solo riguardo la presenza del flusso e la sua velocità]: una sonda applicata in determinati punti del cranio, le cosiddette “finestre acustiche“, che per via del minor/assente strato di tessuto osseo consentono il passaggio degli ultrasuoni, campiona un punto ben preciso (sia come posizione rispetto alla superficie del cranio sia come profondità dalla teca [la parete ossea]), ricavando un'informazione doppler relativa a quel solo punto. Questo tipo di esame "in cieco" [il doppler monodimensionale, cioè,non ha uno schermo che faccia da guida all'operatore, che non può "vedere" dove sta campionando i flussi ma solo orientarsi, in cieco appunto, in base alla posizione della sua mano e del suo polso e alla profondità a cui sta inviando il fascio di ultrasuoni, e quindi lavora in cieco nel senso letterale del termine e non in quello medico] consente comunque, grazie all'esperienza dell'operatore, di campionare le principali arterie intracraniche, verificarne la pervietà (con un'informazione ovviamente limitata al segmento esplorato) e la velocità di flusso (in modo approssimativo, perché non vedendo fisicamente il vaso non si può sapere se siano presenti curvature dello stesso, e quindi se la stima della velocitàè più o meno precisa).

Ma la vera svolta della metodica si ha con l'avvento di apparecchi bidimensionali, e quindi con l'inizio dell'era dell'Ecocolordoppler transcranico, alla fine degli anni novanta.

Pur esistendo un'ampia variabilità interindividuale nello spessore della teca cranica, oggigiorno, grazie ad apparecchi sempre più evoluti, e alla messa a punto per i casi "difficili" di appositi mezzi di contrasto ecografici (a base di nanosfere lipidiche), è di fatto possibile visualizzare l'intero poligono del Willis [l’area dell’encefalo dove si realizzano le principali comunicazioni tra le arterie del nostro cervello] e seguire i principali vasi intracranici, ossia il tratto intracranico delle arterie carotidi e vertebrali, l'arteria basilare, le arterie cerebrali medie e posteriori, le arterie comunicanti posteriori e comunicante anteriore, il primo tratto delle arterie cerebrali anteriori, le arterie oftalmiche, nella quasi totalità dei pazienti. Le informazioni fornite, come già detto, non sono le stesse di quelle offerte da altre metodiche di “Neuroimaging”, quali AngioTC o AngioRM  dei vasi intracranici, rispetto alle quali il Doppler transcranico differisce per una minor precisione anatomica (nell'individuare ad esempio piccole dilatazioni aneurismatiche), ma spicca per l’esclusiva possibilità di dare informazioni sulla direzione e velocità di flusso, informazioni che questi esami per immagini non possono fornire, e che persino l'angiografia tradizionale [la visualizzazione di un vaso grazie all’iniezione diretta di mezzo di contrasto] non fornisce in maniera del tutto univoca.

Questo ha fatto sì che il Doppler transcranico ottenesse nel tempo una forte indicazione (grado A o B e livello di evidenza I o II, secondo le Linee Guida) come metodica di prima scelta per la valutazione di alcune precise situazioni cliniche, quali il vasospasmo nel paziente affetto da emorragia sub-aracnoidea (ESA), l’indicazione a salassoterapia nel paziente affetto da anemia a cellule falciformi fra i 2 e i 16 anni, la valutazione del circolo intracranico e della riserva vasomotoria nei pazienti con stenosi extracraniche, l'accertamento di morte cerebrale. Il doppler transcranico con contrasto gassoso è inoltre una metodica affidabile per la diagnosi (indiretta) di shunt destro-sinistro [comunicazione tra atrio destro e sinistro], in genere (ma non sempre) collegato a persistenza del forame ovale cardiaco e possibile causa di ictus.

Un’altra importante indicazione è quella dell'ictus acuto, dove il Doppler transcranico consente di valutare in modo rapido e non invasivo (volendo anche al letto e in Pronto Soccorso, grazie all'avvento di apparecchi portatili), la sede precisa della ostruzione vascolare e gli eventuali compensi circolatori in atto, facilitando la diagnostica differenziale del tipo di infarto cerebrale (individuando quindi rapidamente gli infarti correlati a ostruzione di grossi vasi) e guidando le successive scelte terapeutiche.

E' inoltre di indubbia utilità per aiutare il Neurologo nella valutazionedella risposta alla terapia effettuata in caso di ictus (come la trombolisi endovenosa) indirizzando di conseguenza il paziente a eventuale terapia di cosiddetto “salvataggio locoregionale” (trombolisi intrarteriosa).

Concludendo, l'Ecocolordoppler transcranico è una metodica non invasiva, di semplice esecuzione pratica, anche al letto del malato, che necessita di apparecchiature ecografiche normalmente disponibili in un reparto di Neurologia, con un periodo di training [preparazione] degli operatori non particolarmente lungo, che presenta numerose indicazioni diagnostiche validate, ma che attualmente è considerata anche un promettente presidio terapeutico per la cura dell'ictus, ossia la malattia che nel nostro paese è la prima causa di invalidità e la seconda causa di morte.

Dott.ssa Laura Strada

Struttura Complessa di Neurologia

Ente Ospedaliero Ospedali Galliera - Genova

ALICe

A.L.I.Ce. Italia ODV

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