Soprattutto chi ha malattie croniche importanti preferirebbe poter avere i medicinali dal farmacista vicino casa piuttosto che fare chilometri per andare a prenderli in ospedale o alla Asl, dove di solito vengono dispensati quelli più innovativi. Ma non solo
Alla faccia dei reiterati appelli alla deospedalizzazione per spostare, riequilibrandola, l'assistenza sanitaria sempre più sul territorio, nella realtà ci sono segnali che vanno in tutt'altra direzione. Per esempio, i farmacisti (ma anche i medici di famiglia) sul territorio rischiano di essere sempre meno preparati ai ruoli che devono svolgere perché i medicinali che distribuiscono e prescrivono sono sempre di più a brevetto scaduto, mentre quelli più innovativi vengono erogati attraverso gli ospedali o le Asl. A paventare il rischio di un impoverimento della professionalità e competenza dei farmacisti territoriali è Giancarlo Esperti, direttore generale di Federfarma Servizi, in occasione del convegno organizzato a Napoli tra il 20 e 22 ottobre dalla stessa Federfarma Servizi e da Federfarmaco.
Eppure, come conferma un'indagine presentata in occasione dell'incontro nel capoluogo campano, i cittadini sarebbero i primi a salutare con entusiasmo lo spostamento di alcuni servizi dall'ospedale o dalla Asl alla farmacia sul territorio. L'indagine condotta da Datanalisys su un campione di 2 mila italiani rappresentativo della popolazione generale e 500 persone con patologie croniche dice infatti che per quattro pazienti su dieci avere rapporti con l'ospedale o la Asl per gestire la propria malattia è fonte di disagi e difficoltà: un terzo dei pazienti (il 33%) denuncia la scarsa disponibilità e la difficoltà di ritirare i farmaci necessari e il 40% lamenta ostacoli nell’accedere ai controlli per colpa di liste di attesa troppo lunghe negli ospedali. Così il 67% del campione e, in particolare, il 75% di chi ha già un problema di salute, sarebbe ben contento se alla farmacia vicino casa venissero trasferiti alcuni servizi, a cominciare dalla distribuzione di medicinali che adesso sono erogati solo dall'ospedale.
«La maggioranza dei pazienti, ma anche i cittadini senza problemi di salute – spiega Esperti – indica nella farmacia del territorio il canale più agevole e gradito per la distribuzione di medicinali e servizi per la salute di qualunque genere: ciò conferma – sostiene - che le farmacie sono vissute come uno snodo centrale per la tutela del diritto alla salute degli italiani, il punto di raccordo più vicino e comodo con il Servizio sanitario nazionale». I distributori di farmaci e le cooperative di farmacisti si dichiarano pronti a distribuire alle farmacie territoriali anche i farmaci e i presidi attualmente distribuiti soltanto dalle Asl. «Grazie al nostro sistema distributivo capillare possiamo già oggi assicurare la consegna dei farmaci ospedalieri su tutto il territorio, per semplificare la vita ai cittadini e rispondere ai loro bisogni – dice il direttore generale di Federfarma Servizi - ma anche sbloccare risorse negli ospedali e consentire per esempio ai farmacisti ospedalieri di tornare nelle corsie a svolgere il loro lavoro, anziché soltanto dispensare medicinali».
Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, esorta quindi a pensare alle difficoltà di chi vive a chilometri di distanza dall’ospedale di riferimento o ai costi, sociali ed economici, delle ore di lavoro perse quando ci si deve recare ai centri di distribuzione a ritirare ciò di cui ha bisogno. «La farmacia territoriale non può ridursi a vendere solo medicinali con il brevetto scaduto – dice Mirone - ha le capacità per seguire la somministrazione di prodotti più innovativi per cui sia già stato valutato il rapporto tra costo e beneficio. La farmacia del domani, proprio in risposta ai bisogni dei pazienti, dovrà essere un centro di erogazione di molteplici servizi in ambito sanitario».
D'altronde l’indagine mostra che un cittadino su quattro vorrebbe che la farmacia di quartiere proponesse servizi nuovi e necessari come quelli per l’assistenza ad anziani, disabili e pazienti con malattie croniche, l’accesso a servizi infermieristici e fisioterapici, la possibilità di prenotare visite ed esami. Le farmacie, dal canto loro, stanno già proponendo, attraverso la linea Profar, integratori, parafarmaci e medicinali da banco controllati dai farmacisti: tuttora il 70% degli italiani non li conosce, ma due su tre, una volta informati, li considerano una formula vincente grazie alle caratteristiche di sicurezza e ai costi contenuti.
Nel senso di rendere la farmacia di quartiere sempre più un punto di riferimento va anche la Carta Pro: sempre nel rispetto della privacy, «può facilitare la conoscenza delle caratteristiche e delle esigenze dell’utente della farmacia - dice Mirone - consentendo un rapporto ancora più stretto ed efficace. Tutte queste iniziative servono – assicura infine - a portare la farmacia sempre più al fianco del cittadino e delle sue necessità: un compito essenziale, visto che si tratta di un presidio che si trova ovunque e sempre a disposizione di tutti».
Fonte: HD HealthDesk, redazione, 24 ottobre 2016