Finalmente l’ovvio è saltato agli occhi: la salute femminile è diversa da quella maschile
Vivono più a lungo, fumano meno, fanno minor uso di alcol e consumano più farmaci. Le donne italiane hanno un’aspettativa di vita di 85 anni, contro gli 80,3 degli uomini. Ma a differenza di qualche tempo fa si ammalano delle stesse malattie degli uomini: obesità, carcinoma polmonare, malattie cardiovascolari sono ora fra le principali cause di morte per le donne. A scattare la fotografia della salute della donna è il Libro bianco di Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, realizzato in collaborazione con Farmindustria.
Le malattie delle donne
Le malattie cerebro-vascolari e ischemiche del cuore rappresentano le prime cause di morte nella popolazione femminile mentre il cancro al seno si conferma il principale killer tra le malattie oncologiche, seguito dal tumore del colon retto. Le donne sono più magre degli uomini, nonostante si muovano di meno.
Seppur gli uomini si dichiarino più attivi fisicamente (il 27,1% pratica sport con continuità contro il 7% delle donne), la prevalenza di sovrappeso e obesità risulta maggiore presso la popolazione maschile.
Per il genere femminile i ricoveri ospedalieri si concentrano nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni, fenomeno ragionevolmente imputabile al parto, e per età maggiore di 85 anni, quale conseguenza della maggior longevità delle donne. Rispetto agli uomini, le donne consumano più farmaci, con una prevalenza d’uso del 67,5 per cento contro il 58,9 per cento.
Punti nascita: obiettivo sicurezza
Si stima che circa il 10 per cento dei parti avvenga ancora in luoghi considerati non sicuri, impreparati alle emergenze perché hanno un volume di attività inferiore ai 500 parti/anno. Questo numero è considerato il valore minimo per garantire sufficiente esperienza e adeguata organizzazione. Secondo gli ultimi dati delle Schede di dimissioni ospedaliere (2014), le strutture in cui si registra un volume di attività inferiore ai 500 parti l’anno rappresentano circa il 28,1 per cento (nel 2010 erano pari al 28.9%).
L’obiettivo quindi è fornire una rete di servizi che arrivi alla soglia di sicurezza. Altro requisito indispensabile è la copertura continua di assistenza ginecologica, ostetrica, dell’anestesista e del neonatologo/pediatra.
Prevenzione cardiovascolare al femminile
Anche le donne hanno un cuore, e come quello degli uomini si può ammalare. Anche se di solito i problemi insorgono 10-15 anni più tardi rispetto agli uomini. Merito degli estrogeni ovarici, prodotti nel corso della vita fertile, che svolgono un’azione protettiva sull’apparato cardiovascolare.
Comunque sia le malattie cardiovascolari (Mcv) non sono più un problema esclusivamente del genere maschile, ma costituiscono la principale causa di mortalità e disabilità nella popolazione femminile di età superiore ai 50 anni. Ai fattori di rischio “tradizionali” per Mcv (ipertensione arteriosa, tabagismo, diabete mellito, sovrappeso, familiarità per cardiopatie, età) si sono via via aggiunti altri fattori di rischio, definiti “emergenti”, specifici per il genere femminile tra cui troviamo sia patologie più frequenti nelle donne come disordini trombofilici e malattie autoimmuni, sia condizioni propriamente femminili quali sindrome dell’ovaio policistico, complicanze del periodo gravidico e menopausa.
Depressione nei cicli vitali della donna
La depressione è donna. Il 30 per cento di tutte le patologie femminili riguarda l’area della salute mentale (malattie psichiatriche e neurologiche). Protagonista in questo scenario è la depressione maggiore che colpisce le donne da due a tre volte più degli uomini. Le cause sono varie: al di là di una componente genetica, un ruolo rilevante è svolto dagli ormoni femminili. Tanto che i periodi più a rischio, gravidanza, parto, post parto e menopausa, coincidono con i grandi sconvolgimenti ormonali.
Oncologia al femminile. A che punto siamo?
Siamo nell’era delle “4 P”: personalizzata, predittiva, preventiva e partecipativa. La medicina è diventata qualcosa di particolarmente vicino alle donne. Prevenzione primaria e diagnosi precoce restano le principali armi di difesa. Per quanto riguarda la terapia sono stati fatti enormi progressi grazie agli innovativi farmaci target, utilizzati affianco delle tradizionali chemio e radioterapie. Con l’immunoterapia si aprono nuovi scenari di cura: la stimolazione delle cellule del sistema immunitario per “attaccare” il cancro, e i farmaci contro l’angiogenesi che distruggono il tumore non andandolo a colpire direttamente ma bloccando i vasi sanguigni che lo nutrono. Combattere i vasi neoformati significa prendere il cancro “per fame” o soffocarlo.
Questi progressi sono stati particolarmente significativi per il cancro della mammella, in quanto quasi tutti i nuovi farmaci sono derivati dall’impegno internazionale della ricerca che ne ha studiato i meccanismi. Grandi aspettative per il prossimo futuro si concentrano, nell’ambito dell’oncologia femminile, sul tumore ovarico.
Terapia del dolore: una questione di genere
Soffrono di lombalgia, cefalea/emicrania, artrosi, dolore pelvico e dismenorrea. Il dolore delle donne è diverso da quello dagli uomini e come tale deve essere trattato. In Occidente circa 12 milioni di donne soffrono di dolore cronico. Tra le cause più comuni c’è artrite reumatoide, l’osteoporosi, la fibromialgia. In ambito ginecologico le cause di dolore cronico più comuni sono il dolore pelvico, la dismenorrea e l’endometriosi. Esistono differenze tra donne e uomini anche in termini di risposta ai trattamenti analgesici così come di effetti collaterali ai farmaci di più comune impiego, per questo nell’ambito della terapia del dolore e della ricerca scientifica legata inevitabilmente a essa, grande attenzione si pone oggi a trattamenti più mirati che tengano in considerazione caratteristiche ed esigenze di genere.
La condizione della donna anziana
Il mondo degli anziani è prevalentemente un mondo al femminile. In Italia nascono più bambini che bambine ma dopo i 50 anni prevalgono le donne: nel 2016 i centenari sono 18.765, di cui solo poco più di 3 mila maschi. I super centenari (110 anni e oltre) sono 22, due maschi e 20 femmine tra le quali spicca la persona più longeva al mondo che ha più di 116 anni. Nonostante la maggiore longevità, la donna ha più patologie e ha una salute percepita peggiore di quella dell’uomo: al di sopra dei 75 anni, una donna su tre presenta la sindrome della fragilità, una su due è affetta da almeno due malattie croniche.
L’assistenza alla donna anziana deve tenere conto della peculiarità della salute femminile. In quest’ottica, Onda ha avviato un processo di “mappatura” delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), dove oltre il 75 per cento degli ospiti è rappresentato da donne, la maggior parte in condizioni di non autosufficienza. L’obiettivo è premiare con i Bollini RosaArgento le strutture in possesso dei requisiti necessari per garantire non solo una gestione efficace e sicura dell’ospite, ma anche un’assistenza umana e personalizzata (www.bollinirosargento.it).
Fonte: HD HealthDesk, redazione30 novembre 2016