ICTUS
Necessario un raddoppio delle Stroke Unit al Sud
Con le nuove indicazione riportate dal decreto Lorenzin del 2 aprile 2015 sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera italiana, il numero delle Stroke Unit dovrà all’incirca raddoppiare soprattutto nelle regioni meridionali.
Lo ricorda in occasione dell’VIII Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale, la Società italiana di neurologia.
«Ogni Stroke Unit dovrà prevedere un’organizzazione più strutturata, che faccia riferimento al neurologo e a personale specializzato dedicato H 24», afferma il direttore della Stroke Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze Domenico Inzitari. «Oggi possiamo contare su terapie molto efficaci, come la trombolisi sistemica, un farmaco che può disostruire l’arteria, e la trombectomia meccanica, ossia il trattamento endovascolare che prevede la rimozione meccanica e non invasiva del trombo, ma, a parte il numero delle strutture non sufficiente,assistiamo ad una carenza di specialisti. In questo nuovo scenario terapeutico emerge la figura del neuro interventista, uno specialista che possiede tutte le competenze necessarie per effettuare la trombectomia e che affianca il neurologo nella cura del paziente. La Società italiana di neurologia sta lavorando proprio a progetti di formazione su questa “specialità” attraverso il finanziamento di Master di II livello rivolti a tutti gli operatori coinvolti, dai neurologi ai neurochirurghi, dai neuro radiologi ai radiologi».
L’ictus cerebrale colpisce ogni anno ancora 15 milioni di persone nel mondo e 200.000 solo in Italia. Se applicate in modo rapido ed appropriato, le moderne terapie della fase iperacuta dell’ictus sono in grado di ridurre in modo importante disabilità e mortalità, che rappresentano esiti pesanti per le persone colpite, le famiglie e l’intero sistema sanitario e g
Fonte: Redazione HD HealthDesk 26 ottobre 2015