Al sud mancano le stroke unit e si investe tropo poco in prevenzione
Troppo poche le stroke unit sul territorio, soprattutto al Sud, troppo scarsi gli investimenti per la prevenzione della malattie cerebrovascolari. Sono i due principali punti critici dell’assistenza sanitaria per l’ictus nel nostro Paese denunciati nel Report “Ictus: le cure in Italia. Analisi civica dei Percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali”, di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato. L’indagine, realizzata con il sostegno non condizionato di Bayer, fornisce un’analisi civica dei Percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali (Pdta) messi a punto dalle Regioni, in ambito cerebro-vascolare.
Su 300 unità cerebrovascolari, sono operative circa 160, di cui l’80 per cento si trovano nelle Regioni del settentrione d’Italia. La percentuale di investimenti destinati alla prevenzione è pari al 4,9 per cento della spesa sanitaria, con una spesa pro-capite annua di 88,9 euro contro, ad esempio, la spesa della Svezia pari a 123,4 euro.
Poco più della metà delle Regioni ha adottato un formale Percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale per i pazienti con malattie celebro-vascolari. Il Friuli Venezia Giulia è la Regione con i percorsi più completi.
«I Pdta - commenta Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva - devono diventare una vera strategia nazionale del Ssn. Devono essere lo strumento per la migliore presa in carico in tutte le Regioni delle persone con malattie croniche e rare. Per questo proponiamo l’istituzione di un "Sistema nazionale Pdta", guidato dal Ministero della Salute insieme alle Regioni. La finalità è quella di garantire l'elaborazione e l'aggiornamento costante di Pdta nazionali, con l'individuazione dei punti irrinunciabili del percorso da garantire in tutti i territori regionali e nel rispetto delle competenze delle Regioni».
Su www.cittadinanzattiva.it è disponibile l'Indagine integrale.
Fonte: HealthDesk, redazione 9 giugno 2017