Gli epidemiologi non hanno dubbi: l’ictus colpisce per lo più persone over 65 e in misura maggiore i maschi. Ma nella fascia d’età tra i 20 e i 35 anni lo scenario si ribalta: le donne giovani hanno un rischio del 44 per cento superiore agli uomini della stessa età. Ancora non è chiaro il perché
In generale l’ictus colpisce di più gli uomini. Ma il dato epidemiologico ha un’eccezione: nella popolazione giovane fino ai 35 anni di età, le donne hanno una probabilità del 44 per cento superiore rispetto agli uomini di andare incontro a un ictus ischemico. In assoluto, i casi di ictus ischemico, che è la forma più comune dovuta a un restringimento o alla completa occlusione di un vaso sanguigno cerebrale, al di sotto dei 45 anni di età sono rari. Il 95 per cento dei pazienti ha più di 45 anni e i due terzi più di 65. Ebbene, quei rari casi di ictus giovanile avvengono con una frequenza molto maggiore nelle donne che negli uomini. L’anomalia nell’incidenza dell’ictus giovanile è emersa in uno studio appena pubblicato su un numero speciale di Stroke interamente dedicato alla campagna dell’American Heart Association Go Red for Women, l’iniziativa lanciata nel 2004 per aumentare la consapevolezza sul rischio cardiovascolare per le donne.
I ricercatori hanno passato in rassegna 16 studi sull’incidenza dell’ictus in diverse fasce di età condotti tra gennaio 2008 e luglio 2021 concentrando l’attenzione sui casi registrati in persone di età inferiore ai 45 anni. I partecipanti erano in tutto circa 70 mila. Si trattava di adulti che avevano avuto un ictus, 33mila donne e 37mila uomini provenienti da Stati Uniti, Canada, Francia e Paesi Bassi.
Gli studi prendevano in considerazione tutti i tipi di ictus, tra cui l’ictus ischemico, il più comune, l’ictus emorragico (causato da una rottura di un vaso sanguigno), l’attacco ischemico transitorio (causato da una temporanea e reversibile interruzione del flusso sanguigno in una parte del cervello) e ictus criptogenico (un ictus dalla causa sconosciuta). Come era prevedibile, esattamente come accade nel mondo reale, la stragrande maggioranza dei casi analizzati negli studi era costituita da ictus ischemici (87%).
Gli autori hanno osservato che l’incidenza dell’ictus ischemico tra gli adulti al di sotto dei 35 anni di età era opposta a quella rilevata in età più avanzata. Nel caso di ictus in età giovanile, le donne erano molto più a rischio degli uomini con una probabilità del 44 per cento superiore di sperimentare il pericoloso blocco del flusso sanguigno verso il cervello.
Le differenze tra i sessi si annullavano con l’avanzare dell’età: tra i 35 e i 45 anni le probabilità di andare incontro a un ictus erano analoghe mentre oltre i 65 anni gli uomini erano più esposti al rischio delle donne.
La ragione per cui le giovani donne hanno maggiori probabilità di sperimentare un ictus ischemico rispetto ai giovani uomini non sono state chiarite.
«I tradizionali fattori di rischio aterosclerotico contribuiscono in modo determinante all'ictus ischemico sia nei giovani uomini che nelle donne e diventano sempre più importanti con l'età. Tuttavia, questi fattori di rischio sono meno prevalenti nelle donne più giovani e potrebbero non spiegare la maggiore incidenza osservata di ictus ischemico nelle donne di età inferiore ai 35 anni. Anche le giovani donne che sopravvivono a un ictus ischemico hanno esiti peggiori, con un rischio da due a tre volte superiore di risultati funzionali inferiori rispetto alle loro controparti maschili», scrivono i ricercatori.
L’anomalia epidemiologica potrebbe essere spiegata da fattori di rischio diversi da quelli tradizionali, come le gravidanze, l’uso di contraccettivi, i cambiamenti ormonali del post partum ecc.… Ma per ora si tratta solo di ipotesi.
«I risultati dello studio suggeriscono che l’ictus nei giovani adulti può verificarsi per ragioni diverse rispetto all’ictus negli anziani. Ciò sottolinea l'importanza di condurre più studi sull'ictus nei gruppi di età più giovani in modo da poter capire meglio cosa espone le giovani donne a un alto rischio di ictus. Una migliore comprensione delle tipologie di giovani adulti più a rischio di ictus può aiutarci a migliorare la prevenzione e il trattamento degli ictus nei giovani», ha commentato Sharon N. Poisson, professore di neurologia presso l'Università del Colorado, Denver, tra gli autori dello studio.
Fonte: HealthDesk articolo di redazione 2 febbraio 2022