La malattia cerebrovascolare negli uomini e nelle donne differisce sotto molteplici punti di vista: epidemiologici, clinici, ed eziopatogenetici. Ricordiamo anche come nelle diverse età della vita delle donne l’ictus cerebrale possa occorrere in relazione a fenomeni diversi quali la gravidanza, il puerperio il climaterio. Studi di popolazione hanno dimostrato che nelle donne di età superiore ai 65 anni il rischio di avere un ictus cerebrale è maggiore rispetto agli uomini, così come è maggiore il rischio per la depressione post-ictale, per la demenza vascolare, per la disabilità grave. Globalmente il rischio di avere un ictus cerberale nell’arco della vita è maggiore nelle donne, così come gli esiti di tale evento tendono ad essere più gravi e disabilitanti. Sebbene la consapevolezza di cosa è l’ictus e di quali siano i sintomi di esordio è maggiore nelle donne che negli uomini, nelle prime i sintomi tendono ad essere sottostimati e quindi a recarsi in ospedale quando è oramai troppo tardi per accedere alle cure più efficaci quali la trombolisi. I fattori di rischio per ictus cerebrale per le donne in età fertile differiscono da quelli del periodo post menopausa. La gravidanza ed il puerperio rappresentano per se un periodo di maggiore fragilità alle malattie vascolari in generale. I cambiamenti ormonali alterazioni emodinamiche, ipercoagulabilità del sangue fluttuazione di pressione arteriosa che possono interagire a livello sistemico suscettibile e contribuire a causare un ictus cerebrale nelle donne predisposte. Ci possono essere altri fenomeni locali, come la stasi vascolare (sopratutto nel terzo trimestre) e traumatismi durante il parto che possono provocare fenomeni trombo embolici o dissecazioni delle arterie dei vasi pre ed intra cerebrali nei soggetti vulnerabili. Nelle donne dopo la menopausa, oltre ai fattori di rischio convenzionali occorre considerarne alcuni specifici tra cui l’impiego della terapia ormonale sostitutiva. I trial clinici sino ad ora condotti hanno dimostrato che per alleviare i sintomi della menopausa gli estrogeni a basso dosaggio e preferibilmente per via trans dermica possono essere utilizzati durante il climaterio e nel periodo immediatamente successivo senza aumentare in maniera significativa il rischio per il cancro al seno, il cancro dell'endometrio, infarto del miocardio (MI), TIA, ictus o altre malattie tromboemboliche venose. Terapia ormonale sostitutiva protratta, con farmaci estro-progestinici ad alto dosaggio può invece incrementare, tra l’altro, il rischio per eventi vascolari cerebrali. Le differenze di genere nella malattia cerebrovascolare nelle donne rafforzano ulteriormente la necessità non solo di personalizzare le cure ma anche di predisporre percorsi clinici e diagnostici che tengano conto delle peculiarità dell’individuo, al fine di poter consentire alle persone affette da ictus una qualità di vita sempre più adeguata alle loro esigenze.
Dott.ssa Francesca Romana Pezzella