Articolo del prof. Domenico Inzitari, Professore Ordinario presso la Clinica Neurologica dell'Università di Firenze e direttore della Stroke Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze
STORIA DI MM.
Il 27 maggio 2013 il sig. MM di 75 anni alle ore 18 ha parlato normalmente a telefono da casa sua (vive da solo, perfettamente autosufficiente ed attivo, in provincia di Pisa), con il figlio dicendo che andava a trovare un vicino di casa. Giunto all’abitazione di quest’ultimo, alle 18:45 si è sentito male: è caduto a terra avendo perso la forza agli arti di destra, ed era incapace di parlare. Il vicino ha chiamato il 118 che, constatando la presenza di un ictus cerebrale grave, ha attivato l’elisoccorso. Il Pegaso, decollando dal campo sportivo del paese, alle ore 20:00 atterra all’ Ospedale di Careggi (Firenze).
In 30 minuti, dalle 20:30 alle 21:00 il sig. MM viene valutato completamente sul piano clinico, di laboratorio e strumentale dai medici del DEA affiancati dal medico reperibile dello Stroke Team Aziendale. Il paziente non è in grado né di parlare né di comprendere, ha il lato destro del corpo paralizzato, non vede e non esplora visivamente con lo sguardo. Il medico di famiglia, rintracciato dal medico dello Stroke Team a Pisa attraverso una serie di fortunosi contatti telefonici, riferisce che il paziente, affetto da cardiopatia ischemica e fibrillazione atriale, era stato costretto a sospendere il trattamento profilattico con anticoagulanti orali per un grave sanguinamento gastroenterico. L’informazione è di fondamentale importanza, in quanto consente di evitare il trattamento trombolitico per via sistemica, e di avviare rapidamente il paziente al trattamento endovascolare, attraverso cui, con manovre di disostruzione meccanica si ottiene la ricanalizzazione completa dell’arteria cerebrale media occlusa da un embolo. Alla fine della procedura (ore 24:00) il paziente ha riacquistato la capacità di comprensione del linguaggio parlato ed inizia a verbalizzare. Si assiste inoltre ad un iniziale recupero degli arti colpiti. La mattina dopo, alle ore 10:00, la funzione motoria è del tutto recuperata ed il paziente non è più emianoptico (10 punti in meno alla scala di gravità neurologica NIHSS). La sera del 28 maggio, a distanza di sole 24 ore dall’inizio dell’ictus, il paziente ha recuperato totalmente sia la funzione motoria che quella visiva, essendo in grado di leggere il giornale.
Quattro giorni dopo, in data 1 giugno, avendo già effettuato una valutazione gastroenterologica completa che ha consentito la ripresa della terapia anticoagulante (resa possibile anche per l’assenza di lesione cerebrale estesa), viene trasferito nell’ospedale territoriale di riferimento per ulteriore stabilizzazione del quadro cardiologico-internistico prima della dimissione al domicilio.
Il caso conferma le potenzialità dei trattamenti di rivascolarizzazione nell’ictus cerebrale acuto, la assoluta importanza del soccorso in emergenza urgenza, e della organizzazione multidisciplinare pronta ed esperta. Tali valenze sono tutte presenti e disponibili nell’organizzazione territoriale del sistema dell’emergenza in Toscana, e nella efficienza del percorso ictus a Careggi.
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