Le prospettive presenti e future della sanità territoriale alla luce del Dm 77 e delle risorse del Pnrr: questi i temi al centro dell'incontro su “Forme alternative alla degenza e tecnologie abilitanti: quali prospettive regionali per un’appropriatezza erogativa”, che si è tenuto il 29 novembre scorso a Roma. L'evento, promosso da Medtronic in media partnership con Gstrategy, ha visto la partecipazione dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e di rappresentati di Campania, Piemonte, Puglia e Trento.
«Il nuovo assetto della sanità territoriale previsto dal Pnrr Missione Salute – sostiene il presidente dell’Agenas, Enrico Coscioni – dovrà essere un punto di riferimento continuativo per la presa in carico dei pazienti con cronicità». Agli assistiti, precisa, «andranno offerti servizi come prelievi, ecografie, esami e diagnostica di base. Le Case della comunità potranno, quindi, alleviare la pressione sui Pronto soccorso e dare supporto diagnostico ai medici che hanno in cura pazienti cronici e fragili. Inoltre, come Agenzia della sanità digitale, cercheremo di far leva sulle best practice regionali mettendole a disposizione di tutta la Nazione, in particolare per quel che riguarda la diffusione della telemedicina».
Il caso della gestione del paziente cronico cardiovascolare, affrontato durante l’incontro, può essere considerato un esempio sia delle opportunità sia degli ostacoli in questa fase di trasformazione. Non tutte le anomalie cardiache possono essere individuate attraverso i monitor esterni, che usualmente coprono un arco di monitoraggio tra le 24 ore e i trenta giorni. Diversi pazienti, infatti, manifestano regolarmente sintomi come sincope, convulsioni, palpitazioni ricorrenti, stordimento o vertigini, ma non abbastanza spesso da essere rilevati da questi strumenti diagnostici.
A questa lacuna pongono rimedio i monitor cardiaci impiantabili (ICM): dispositivi più piccoli di una chiavetta Usb che vengono posizionati appena sotto la pelle del torace per registrare l’attività elettrica del cuore per oltre tre anni che si attestano oggi come una delle soluzioni migliori per diagnosticare la fibrillazione atriale, con conseguente riduzione degli eventi ischemici correlati, della sincope e relative spese connesse alle ospedalizzazioni.
In Italia il numero di nuovi casi di fibrillazione atriale, per esempio, è stimato in 154 mila ogni anno, con circa 150 mila ricoveri per sincopi e circa 13 mila casi di ictus di cui non sia identificata la causa. Il costo medio di ospedalizzazione a un anno dal ricovero i per singoli pazienta colpito da ictus ischemico ed emorragico è rispettivamente di 7.289 euro e 9.044 euro. Il costo medio di ospedalizzazione della sincope, invece, sfiora i 3 mila per singolo paziente.
Fonte: HealthDesk articolo di redazione 5 dicembre 2022