Un mito da sfatare per la gioia dei buongustai: il consumo di formaggi non aumenta il rischio di infarto o ictus. A riabilitare i latticini, tutti compresi quelli più grassi, ci ha pensato uno studio pubblicato sull’European Journal of Epidemiology, una review di 29 pubblicazioni precedenti che hanno coinvolto in totale circa un milione di partecipanti lungo un periodo di 35 anni (Authors: Jing Guo, Arne Astrup, Julie A. Lovegrove, Lieke Gijsbers, David I. Givens, Sabita, S. Soedamah-Muthu “Milk and dairy consumption and risk of cardiovascular diseases and all-cause mortality: dose–response meta-analysis of prospective cohort studies” in European Journal of Epidemiology pp. 1–19 – Meta-analysis 03 April 2017).
Passando in rassegna tutto il materiale raccolto, i ricercatori hanno persino osservato una leggera riduzione (2%) del rischio cardiovascolare grazie al consumo di latticini. Un dato statisticamente poco significante, ma comunque degno di nota.
Per essere sicuri dei loro risultati, gli scienziati hanno analizzato dettagliatamente l’associazione tra il consumo quotidiano di vari tipi di latticini e le probabilità di venire colpiti da un infarto o un ictus. E così hanno valutato l’impatto sulla salute di 224 grammi di latte al giorno, 50 grammi di yogurt, 20 grammi di prodotti fermentati, 10 grammi di formaggio, 200 grammi di latticini grassi e magri.
Il risultato: l’assunzione giornaliera di latticini o di formaggi non era associata a rischi di morte prematura per qualunque causa, per malattie coronariche o cardiovascolari. La prudenza comunque invita a non eccedere in formaggi molto grassi e salati. Un consumo moderato di latticini, fondamentali per l’apporto di calcio, fa parte di una dieta bilanciata.
Fonte: HD HealthDesk, redazione, 10 maggio 2017