A cura del dr. Giuseppe D’Alessandro
Direttore Struttura Semplice di Neurologia Territoriale
dell’Azienda Unità Sanitaria Locale della Valle d’Aosta
L’ictus cerebrale è la prima causa di invalidità nelle persone adulte, la seconda di demenza e la terza di mortalità.
Ogni anno in Italia si verificano circa 200 mila casi di ictus. Di questi il 30% muore nel primo anno e dei restanti oltre il 50% presenta un’invalidità permanente, con gravi ripercussioni sia economiche che sociali. Anche se è una malattia che si verifica prevalentemente nelle persone anziane, nel 30% dei casi però si manifesta prima dei 54 anni in entrambi i sessi.
Si tratta di una malattia determinata da ben definite e note condizioni, i cosiddetti fattori di rischio, che se individuati e trattati in tempo possono evitarne l’insorgenza nei due terzi dei casi. Comunque, oltre ai classici fattori di rischio come l’ipertensione arteriosa, il fumo, il diabete mellito, la fibrillazione atriale, l’ipercolesterolomia, e poi ancora l’obesità, l’assunzione di alcolici, l’alimentazione scorretta e la ridotta attività fisica, recentemente ne sono stati individuati altri altrettanto frequenti e importanti, quali l’assunzione di estrogeni, un aumentato livello di omocisteinemia e la storia di emicrania. L’emicrania è una malattia molto diffusa ed interessa prevalentemente le donne. Infatti, nelle persone tra i 10 e i 50 anni la frequenza dell’emicrania è del 16% nelle donne e 5% negli uomini. Oltre la metà delle persone affette, come segnalato da recenti indagini epidemiologiche, non ha mai contattato un medico e di solito non assume farmaci specifici. Le relazioni tra emicrania ed ictus ischemico sono complesse e ancora oggi non completamente definite. Diversi studi considerano l’emicrania, soprattutto la forma con aura, associata ad un aumentato rischio di stroke. In particolare nelle giovani donne al di sotto dei 45 anni, l’emicrania con aura è ritenuta un fattore di rischio indipendente per lo stroke ischemico e l’infarto miocardico. Questo rischio in media di circa 3 volte si moltiplica fino a 7 volte in caso di associazione con fumo e uso di contraccettivi orali e a 16 volte se presenti anche ipertensione e obesità . La patogenesi non è nota, ma diversi studi riportano alcuni meccanismi biochimici comuni tra le due malattie. Una particolare attenzione viene posta su alcune condizioni patologiche che si associano all’emicrania con aura, quali l’iperomocisteinemia, il forame ovale pervio, il prolasso della valvola mitrale, il vasospasmo, fattori protrombotici,e la disfunzione endoteliale. La recente segnalazione di una prevalenza di alterazioni iperintense alla RM nei pazienti affetti da emicrania con aura e la rivisitazione di un’entità nosografia come l’infarto emicranico, aprono un rinnovato interesse per l’associazione tra emicrania ed ictus ischemico, e rendono necessari programmi di informazione e progetti di prevenzione capaci di raggiungere e di individuare le persone interessate. Ad oggi, molte persone affette da emicrania, indipendentemente dalla frequenza e dalla disabilità ad essa conseguente, non ricevono una diagnosi circostanziata e di conseguenza un trattamento specifico sia per l’attacco acuto che per la profilassi.