Novità scientifiche

Ecco cosa chiedono gli italiani alla farmacia del futuro

11 Maggio 2017

Sei italiani su dieci entrano in farmacia almeno una volta al mese; otto su dieci hanno la propria farmacia di fiducia e nel 40% dei casi sono pienamente soddisfatti dal servizio ottenuto. Non mancano le richieste di miglioramento: quasi sette su dieci vorrebbero una maggior specializzazione e auspicano una liberalizzazione del sistema, mentre il 75% vorrebbe più concorrenza.

A definire questo quadro è l’indagine realizzata da Doxa per Dompé presentata venerdì 5 maggio nel corso della tavola rotonda “Il valore dell’innovazione e il bisogno di wellness: il ritratto della farmacia del futuro” tenutasi nell’ambito di Cosmofarma Exhibition a Bologna.

L’opinione dei farmacisti. A preoccupare il farmacista sono la crescente riduzione dei margini, l’ingresso delle grandi catene sul mercato italiano e gli effetti della scontistica, l’incertezza circa un quadro normativo sulla professione ancora in evoluzione. I segnali evolutivi, dal canto loro, vanno verso un sempre più intenso impiego della tecnologia, una più spinta caratterizzazione commerciale e una crescente capacità di aggregare funzioni e competenze all’interno del punto vendita. Segnali che si traducono in azioni concrete: formula drugstore, sostenuta anche da grandi catene internazionali; moltiplicazione dei servizi offerti; crescita della vendita via internet.

«La sfida della farmacia del futuro è già iniziata. La normativa sui nuovi servizi – osserva Annarosa Racca, presidente di Federfarma, l'associazione dei titolari di farmacia - ha delineato un modello innovativo di farmacia che, oltre al farmaco, assicura ai cittadini una serie di prestazioni aggiuntive».

Cosa chiedono i cittadini. L'accessibilità della farmacia è per i cittadini «una grande occasione di contatto con il servizio sanitario, di informazione di prossimità e di supporto sia nella prevenzione che nella cura» commenta Francesca Moccia, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva. «Le aspettative – prosegue - sono molto elevate: dai test diagnostici all'utilizzo di dispositivi strumentali, dalla richiesta di prestazioni a domicilio a iniziative educative per favorire l'aderenza alle terapie. E la tecnologia può contribuire notevolmente a semplificare le procedure e a ridurre i tempi, senza rinunciare allo spazio di confidenzialità e confronto che la farmacia può rappresentare».

La richiesta che emerge dall'indagine Doxa è di una farmacia polifunzionale, che non si limiti a distribuire farmaci e prodotti, ma diventi sempre più polo di aggregazione di servizi e consulenze in una sorta di “network” sanitario. In maniera speculare, si auspica anche un modello di farmacia “pick & pay”, che integri l’online e l’offline, consentendo di effettuare il proprio ordine da smartphone, Pc e tablet per poi ritirare al momento del passaggio in farmacia.

«Un ritratto interessante, quello della farmacia del domani, che diventa un modello per tutti gli attori del sistema salute, compresa l’azienda farmaceutica» commenta Eugenio Aringhieri, amministratore delegato di Dompé. «Nel prossimo futuro l’azienda sarà ancora più vicina alla farmacia – assicura - e lo sarà attraverso un dialogo più stretto e evoluto. A mio parere tre saranno gli imperativi per il “farmacista del 2020”: contaminazione tecnologica, per una farmacia sempre più connessa che sicuramente automatizzerà certi processi per dare spazio ad altri, più nuovi e più in linea con i bisogni del futuro. Specializzazione, per un maggiore focus su competenze distintive e quindi un’offerta sempre più personalizzata. Apertura, per un maggior dialogo non solo con il paziente ma con tutta la filiera del pharma».

Fonte: HD HealthDesk, redazione, 7 maggio 2017

 

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