Le donne sono più a rischio di ricevere in ritardo una diagnosi e meno inclini ad assumere i farmaci
Le donne hanno maggiori difficoltà degli uomini a ottenere valori ideali per il colesterolo o per il glucosio e assumono con meno costanza i farmaci
Gli esperti di medicina di genere non fanno che ripeterlo: uomini e donne reagiscono alle malattie e alle cure in modo diverso. Principalmente perché il loro organismo è diverso, ma anche per ragioni socio-culturali che possono pesare sull’andamento delle malattie.
Dalle pagine della rivista Heart arriva l’ennesimo invito alla riflessione sulle differenze di genere in medicina. Le donne con patologie coronariche fanno più fatica a raggiungere gli obiettivi terapeutici rispetto agli uomini.
Come mai? Per scoprirlo un gruppo di scienziati dell’Università di Utrecht ha raccolto i dati di 10 mila pazienti (il 29% donne) con malattia cardiaca coronarica provenienti dall’Europa, dall’Asia e dal Medio Oriente tra il 2012 e il 2013. Le donne avevano in media 4 anni più degli uomini. I ricercatori hanno valutato l’aderenza alle terapie e l’adesione alle indicazioni sullo stile di vita proposte dalle linee guida internazionali ricorrendo al Cardiovascular Health Index Score (Chis), la scala di valutazione della salute del cuore basata sulle definizioni di “fattori di rischio” e “comportamenti salutari” proposte nel 2010 dall’American Heart Association.
In generale, il campione osservato non ha brillato per i buoni risultati. Ma i punteggi più alti sono stati ottenuti dagli uomini: l’8 per cento della popolazione maschile ha raggiunto tutti gli obiettivi terapeutici in confronto al 6 per cento di quella femminile. Entrando nel dettaglio è emerso che le donne hanno maggiori difficoltà degli uomini a ottenere valori ideali di salute per una serie di parametri: colesterolo totale (8% versus 14%), colesterolo “cattivo” Ldl (22% vs 33%), glucosio (71% vs 76%). Anche sul fronte dell’attività fisica e del controllo del peso, gli uomini hanno la meglio. L’unica “battaglia” vinta dalle donne è quella sulla pressione: il 43 per cento delle pazienti riesce ad avere buoni valori della diastolica e sistolica in confronto al 38 per cento degli uomini. E, forse, in questo caso conta il fatto che tra le donne sia meno diffusa l’abitudine del fumo.
Quali sono le ragioni di queste differenze?
Le ipotesi suggerite dagli autori dello studio sono due: le donne sono più a rischio di sottodiagnosi e meno inclini ad assumere farmaci come le statine. Una curiosità: le differenze tra i sessi sono meno marcate in Europa rispetto all’Asia e al Medio Oriente.
«Fatto sta - concludono gli autori che c’è bisogno di strategie mirate e su misura per ridurre queste disuguaglianze e migliorare l’aderenza alle raccomandazioni delle linee guida per la prevenzione secondaria in pazienti, sia uomini che donne, con malattia coronarica».
Fonte: HealthDesk, redazione, 22 Settembre 2017