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Aprile 2013 - L' importanza dell'attività fisica

Aprile 2013: l’importanza dell’attività fisica nel recupero fisico e psicologico post ictus L’importanza dell’attività fisica nel recupero fisico e psicologico post ictus

01 Aprile 2013

L’importanza dell’attività fisica nel recupero fisico e psicologico post ictus

Questo mese vogliamo raccontarvi la storia di Fabio, per mostrarvi quanto può essere importante nel recupero fisico e, soprattutto, psichico dei soggetti che hanno avuto un ictus.

Vorremmo che altri casi simili fossero raccontati e illustrati al nostro pubblico e quindi pubblicheremo, di seguito alla presente intervista, tutte le esperienze che perverranno entro il 10 aprile p.v. al nostro indirizzo email [email protected]. Speriamo che l’iniziativa abbia un seguito.

Ecco la storia di Fabio.

Arianna, tecnico di neurofisiopatologia presso il laboratorio di neurosonologia della Clinica Neurologica dell'Università di Pisa, presenta la storia di Fabio, un "campione" della bici che, sui tornanti della vita, si è imbattuto nell’ictus, riuscendo  a sorpassarlo.

Era una mattina mite, di inizio 2006. Una mattina come tante nell’ambulatorio di neurosonologia dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa. Il lavoro procedeva tranquillo. “Meno male!” - pensai - “Stamani stanno più o meno tutti bene! Nessuna urgenza!”. Quando all'improvviso mi arrivò una telefonata dalla corsia: “Arianna, prendi l’ecografo e sali  di sopra ! Subito!Ora! Arriva una probabile fibrinolisi in un ragazzo molto giovane  caduto dalla bici.”

Fu così che conobbi Fabio. Occhi verdi  profondi che osservava il soffitto tra l’impaurito, lo sconcertato l’incredulo. Troppi medici infermieri che gli parlavano della procedura da fare nell’immediato (la trombolisi endovenosa) perché il tempo è oro. Forse cercava lo sguardo di Rossella, sua moglie, ma l’avevano lasciata fuori dalla Stroke Unit. Arrivai pure io con  il macchinario…

Poi andò tutto bene, ma il recupero fu più lungo e tortuoso del previsto. Fabio non si è mai arreso. A distanza di sette anni dall'ictus, anche se non ci siamo mai persi di vista, io e Fabio ci troviamo adesso a conversare. L'occasione è buona per un' “intervista speciale”:

Fabio, di intemperie in questo lungo percorso ne hai passate tante. Adesso da “esperto del settore” puoi raccontarti e raccontarci. Sei la persona giusta per trasmettere forza fiducia, carisma, volontà!

“Tutto è cominciato alla fine di dicembre 2005. Andavo in bicicletta, la mia passione da sempre, alternando salite e discese dalle parti di Capriglia. Ed è su quei tornanti che mi sono scontrato con un altro ciclista; la sua testa finì per impattare contro la mia carotide. I primi riscontri non furono particolarmente allarmanti, anzi. Ma era solo illusione, falsi segnali; 6 giorni dopo il mio organismo andò in tilt, completo. Si staccò un embolo. "Impossibile prevederlo", dissero i medici. Impietosa la diagnosi successiva; emiparesi della parte sinistra. Niente più lavoro, per anni avevo fatto il barista, niente più passeggiate, niente più bicicletta. Per un anno la mia vita fu legata alla carrozzella, usata per spostarmi, a lunghe terapie e a giornate infinite a chiedermi perché. Ma non c'è un perché. Accade, e basta. E allora la forza la devi trovare dentro te, solo dentro te. E nelle persone che ti vogliono bene; soprattutto mia moglie, i miei cari. Con un sogno ricorrente: quello di tornare in sella.”

Ti ricordi come hai commentato il tuo “ritorno alla vita” sulla tua pagina personale di Facebook?

“Ritorno finalmente a pedalare,anche se con un triciclo dopo quasi 5 anni a causa  di un maledetto ictus, post incidente in bici .Cammino con un bastone, il braccio sinistro  completamente fermo, pedalo con la gamba destra e  per un 20%  con la sinistra ,usando il solo braccio destro ……. ma vado lo stesso...”

Prima che  dell’incidente , avevi sentito parlare di ictus”?

“Prima dell'incidente avevo sentito parlare dell'ictus, ma lo consideravo  una malattia delle persone anziane, non certo a  36 anni.....infatti quando mi son trovato a fare riabilitazione ero tra persone anziane e mi domandavo che cavolo ci facevo io.”

Cosa chiederesti al personale medico per migliorare la gestione  della malattia? Parlo di prevenzione riabilitazione e inserimento successivo nella vita quotidiana-sociale?

Al personale medico che ha in cura il paziente dopo l'ictus chiederei di avere maggiori informazioni sulla vita antecedente l'ictus per cercare di ridare nel possibile....quello che il paziente ha perso..Penso che questo limiterebbe il "buco nero"come lo chiamo io,cioè il periodo di depressione….invece di pensare solo a rimettere in piedi con un tripode e cercare di scaricare il prima possibile.........”

Quali sono stati gli ostacoli che hai incontrato dopo la dimissione dall’ospedale?

“Dopo la dimissione dall'ospedale,gli ostacoli erano le barriere architettoniche(scale, etc...),dato che ho dovuto cambiar casa (stavo al 2°piano)e adeguare il bagno (eliminare la vasca,e costruire una doccia)”.

Il ruolo della famiglia( il caregiver) degli amici,quanto ha inciso nel tuo recupero?

“E’ stata fondamentale mia moglie e la mia grande forza di volontà, gli amici naturalmente avevano la loro vita...quindi dopo la prima pizzata niente....”

Il tuo grande amore: la bici! Quale è il tuo messaggio personale alle persone che come Te hanno subito una grave disabilità causata da un ictus?

“Il mio grande amore il ciclismo che praticavo già prima mi ha praticamente ridato la vita e soprattutto un obiettivo, uno scopo per andare avanti. Dopo l’ictus ho perso il mio lavoro di barman che amavo tanto.Il messaggio che vorrei dare è quello di non arrendersi e di fare qualcosa che si faceva prima,se sport meglio,perchè lo sport attiva le endorfine naturali e fa stare bene....personalmente mi ha tolto dalla depressione che ad oggi non ho più e mi sta dando delle belle soddisfazioni,naturalmente con sacrifici....”


Appendice di cronaca sportiva:

Fabio ha  iniziato il suo percorso agonistico nel 2010, dopo  4 anni dall’ictus. Plurivincitore di podi a livello Italiano e Europeo. Si è  imposto nella categoria tricicli disciplina ciclistica riservata a persone diversamente abili. Di seguito i suoi successi più importanti:

  • 2010: medaglia d’oro ai campionati Italiani gara in linea e alla Coppa Europea (Praga)
  • 2011: medaglia d’argento alla Coppa Europa-Piacenza; medaglia d’oro alla Coppa Europa-Brescia ai Campionati Italiani-gara in linea, e alla gara Cronometro
  • 2012: medaglia d’oro  alla Cronoscalata Europea Stresa-Mottarone; medaglia d’oro gara a cronometro e alla gara "Oltre le barriere con scalata del Mortirolo in Valtellina.
  • ...2013: le gare partiranno  nel mese di maggio

Adesso Fabio vive nella sua Pietrasanta, solcando, come dice Lui, le strade della Versilia con un solo braccio e una sola gamba, tenendo a freno….il suo malefico clono al piede post ictus!( e i sedici interventi al tendine….) Ma anche quello fa parte del gioco!


 “La bicicletta insegna cos'è la fatica, cosa significa salire e scendere - non solo dalle montagne, ma anche nelle fortune e nei dispiaceri - insegna a vivere. Il ciclismo è un lungo viaggio alla ricerca di se stessi”. (Ivan Basso)  

ALICe

A.L.I.Ce. Italia ODV

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