Alice campania giornata mondiale contro l'ictus concerto a s. Giovanni maggiore
La Campania ha ancora la maglia nera dei decessi per ictus: di 13 mila casi l’anno, muore la metà
Tra i colpiti della Campania, ne muore uno su due. “Dei 13 mila casi l’anno – come spiega il neurochirurgo Giuseppe Russo – mediamente se ne vanno, in 6500. L’altro 50 per cento si divide in proporzioni uguali tra chi si riprende del tutto, o chi sopravvive con deficit”.
Tutto per colpa del tempo. Sì, perché se trattata subito e in centri specializzati, dall’ictus si può guarire. Russo, addetto ai lavori, è anche presidente di “A.L.I.Ce. Campania”, nata nel 2000 come costola locale della onlus nazionale, afferente alla federazione nazionale delle associazioni per la lotta all'ictus cerebrale.
Coi suoi esperti volontari A.L.I.Ce. propone attività ricreative e programmi specifici per persone colpite da diversi tipi di disfunzione cerebrale. Colpi apoplettici inclusi. In occasione della dodicesima “Giornata mondiale contro l’ictus”, organizzata dalla “World Stroke Organization”, anche a Napoli l’associazione partecipa alle iniziative volte alla sensibilizzazione per la prevenzione, il miglioramento delle cure, il recupero delle competenze ed il reinserimento sociale delle persone colpite.
Venerdì 28 alle 20 nella splendida navata della basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli è infatti in programma un concerto di beneficenza del Coro Polifonico della Seconda Università, in collaborazione con l’Ordine degli ingegneri di Napoli. L’ingresso sarà gratuito, si chiede una donazione libera, i cui fondi raccolti saranno destinati alle attività della community di "A.L.I.Ce. Incontra".
“La Campania – riprende Russo – è la regione maglia nera in Italia per malattie del sistema cardiocircolatorio. Precisamente del 17 per cento più elevata per i maschi e del 26 per le femmine rispetto alla media”. Un primato a cui si aggiunge l’ultimo posto per la “copertura della domanda di cure” in caso di Ictus.
Il dislivello è allarmante: “Basti pensare che una delle terapie più importanti per questa patologia è la trombolisi, applicata nel 60 per cento dei casi in Liguria e nell’1.2 per cento nella nostra regione”. Non solo: nel resto del Paese gli ospedali si sono organizzati in base alla “rete tempo dipendente”, ossia in strutture specializzate per quelle urgenze dove la tempestività di intervento è fondamentale, come la cardiologia, la traumatologia e, appunto, l’ictus.
“Si prevedono due livelli di strutture ad hoc – aggiunge Russo – ‘Livello 1’ per l’ospedale più adeguato, ‘Livello 2’ per quello più specialistico. In Campania dovrebbero essercene rispettivamente 11 e 9”. Ma, in anni, l’adeguamento alla “rete” ancora non si è attuato.
Ci sono tre centri nella regione, con mezzi idonei al trattamento dell’ictus: uno a Salerno, uno a Benevento, uno a Caserta. Manca uno a Napoli. “Addirittura – rilancia il presidente di A.L.I.Ce. – il Cardarelli ha cancellato una prevista struttura dipartimentale per l’ictus”.
Ma le cose, finalmente dovrebbero cambiare una volta per tutte. Nel Piano ospedaliero 2016-2017 della Regione, si prevede l’allineamento alla “rete”.
“Al momento, però – conclude Russo – non si vedono ancora i risultati. Il decreto c’è (numero 33 del 17 maggio), ed è ottimo. Ma le strutture non hanno ancora provveduto ad adattarsi. Decreto commissariale, inoltre, si specifica che in tutta la Campania dovranno essere approntati 247 posti letto idonei ad accogliere pazienti colpiti da ictus. Un provvedimento di cui ancora, ribadisco amaramente, non si vede, purtroppo, l’attivazione”.
Fonte: http://napoli.repubblica.it/cronaca di Paolo De Luca
27 ottobre 2016