I Terapisti occupazionali sono una professione altamente qualificata nel mondo, reclamano una maggiore attenzione in Italia, dove sono solo 2.300, con una formazione che reputano non all’altezza, assenza di ricerca adeguata e mansioni confuse all’interno del Ssn. Analizziamo la storia e il presente della professione, con gli studi e l’impegno nella emergenza Covid, con spunti per possibili riforme in Italia
“Con grande precisione si evidenzia, nella proposta della Senatrice Paola Boldrini, la finalità dell’introduzione della figura professionale del Fisioterapista di comunità: lo sviluppo e il potenziamento dei servizi territoriali di assistenza domiciliare, delle Case della comunità e delle cure primarie. Il Fisioterapista di comunità diviene allora parte integrante delle cure primarie”. Così dalla cda Fisioterapisti.
Una carta della qualità dei modelli organizzativi in Italia per supportare, in ottica civica, istituzioni e operatori nella definizione di standard e percorsi condivisi, richiamando l'attenzione sull'importanza dele vaccinazioni ordinarie.
“For all ages of life”, la logopedia per tutte le età della vita
in Italia, come una litania da tempo immemorabile, il nostro servizio sanitario nazionale si muove con uno slogan monocorde: Potenziare la Medicina del Territorio. Tale “mantra” condisce gli interventi di Politici, Tecnici, Associazioni di categoria senza mai trovare applicazione concreta nelle nostre realtà Aziendali.
Un ampio studio israeliano conferma che il rischio di demenza è maggiore negli individui che hanno avuto un ictus ischemico, soprattutto se l’evento cerebro-vascolare si verifica prima dei 75 anni di età.
Quella prescolare è l’età migliore per iniziare ad insegnare ai bambini uno stile di vita sano tramite programmi che coinvolgano anche genitori e insegnanti. E’ quanto emerge dai risultati decennali del Programma SI! (Salud Integral-Comprehensive Health), che ha incluso oltre 3.800 bambini dai 3 ai 5 anni di 50 scuole in Colombia, Spagna e USA.
La pandemia COVID 19 ha in qualche modo “sdoganato” la telemedicina, tema di cui si parlava – e poco praticava – da circa vent’anni e che oggi è diventata questione quanto mai attuale, soprattutto considerati i cospicui finanziamenti previsti nel PNRR. Ma che cosa ne pensano i pazienti, vale a dire i destinatari di queste nuove modalità di cura, fondate sull’uso del digitale? A guardare le associazioni che li rappresentano il consenso sembra essere ampio.
Secondo una metanalisi degli studi, nei pazienti con ictus ischemico acuto le cure offerte da una Stroke Unit Mobile conducono a esiti funzionali migliori rispetto al trattamento standard fornito dai servizi di emergenza medica.
Gli epidemiologi non hanno dubbi: l’ictus colpisce per lo più persone over 65 e in misura maggiore i maschi. Ma nella fascia d’età tra i 20 e i 35 anni lo scenario si ribalta: le donne giovani hanno un rischio del 44 per cento superiore agli uomini della stessa età. Ancora non è chiaro il perché
Dal concorso al libro, attraverso le storie dei caregiver
Il progetto Fast Heroes è stato presentato in Italia il 6 ottobre 2021 durante una Conferenza stampa a Milano. Nella primavera precedente erano state coinvolte due scuole del milanese, per un totale di circa 300 bambini e ad oggi altre 17 scuole hanno aderito al Progetto.
Portiamo in piazza solo la solidarietà, la resilienza, la fiducia e il rispetto per chi si batte per salvare le nostre vite
Il 14 dicembre la presentazione del XIX Rapporto nazionale di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità “La cura che (ancora) non c’è”.
L’Ictus cerebrale è, in Italia, la prima causa di disabilità